REVOCA PART-TIME: ANCORA UNA SENTENZA FAVOREVOLE
In allegato il testo dell'ordinanza
Questa volta ad esprimersi a favore di una lavoratrice della sanità pubblica, sostenuta dal nostro Legale, è il Tribunale di Roma e l’Amministrazione costretta al reintegro nel precedente profilo orario e al pagamento delle spese è la Direzione Generale dell’Ospedale Pertini di Roma.
Per mesi abbiamo condotto con determinazione la battaglia contro la revoca dei part-time perpetrata selvaggiamente dalle amministrazioni pubbliche che hanno volutamente interpretato in maniera restrittiva l’art. 16 del “collegato lavoro” che prevedeva la possibilità di sottoporre a nuova valutazione i rapporti di lavoro part-time antecedenti al 2008.
In ogni sede abbiamo evidenziato sia l’illegittimità delle procedure attuate dalle Direzioni Generali sia le conseguenze sociali di tali revoche essendo le titolari di tale diritto per l’85% donne, costrette a rinunciare al salario per sopperire alla mancanza di servizi sociali adeguati.
Nonostante alcune amministrazioni siano tornate sui propri passi allarmate dall’entità della protesta, numerose sono state quelle che hanno furbescamente aggirato le lavoratrici e i lavoratori sottoponendoli alla firma di un nuovo contratto part-time biennale e con modalità imposte; mentre il massimo dell’intervento messo in campo dal Governo è stata una circolare interministeriale (Funzione Pubblica, Pari Opportunità e Famiglia), interpretativa della norma, insufficiente e tardiva.
E così, come volevasi dimostrare, i ricorsi legali continuano a restituirci sentenze favorevoli finendo per evidenziare – se mai ce ne fosse stato bisogno – la mala fede e/o l’incompetenza delle direzioni generali costrette a sborsare migliaia di euro che, in considerazione dei continui tagli ai salari e ai servizi, rappresenta un ulteriore motivo per incazzarsi.
L’ordinanza che alleghiamo è di particolare importanza perché il reintegro della lavoratrice viene disposto dal Giudice proprio sulla base delle illegittimità e della violazione dei diritti soggettivi da noi denunciate: assenza di motivazione specifica e dettagliata, mancato rispetto del principio di “correttezza e buona fede”, distanza dalla normativa comunitaria.
Questa è anche la dimostrazione che la lotta, determinata e con tutti i mezzi a disposizione, è ancora assolutamente in grado di riservarci scenari favorevoli!