TFR e TFS. COMUNICATI e NOTIZIE

Nazionale -

 

 

 

Comunicati e notizie sulla attività RdB e CUB, da giugno 2007:

Le notizie e i comunicati precedenti sono visibili nella pagina del vecchio sito, Clicca ndo qui

 

 

 

 

 

3 luglio 2007 - Comunicato CUB

CUB: SU TFR AI FONDI PENSIONE SCONFITTI GOVERNO E  CGIL CISL UIL
13 LUGLIO 2007 SCIOPERO GENERALE PER RILANCIARE LA PREVIDENZA PUBBLICA


“Non ci sono dubbi, i lavoratori si sono tenuti il TFR e non hanno abboccato alle blandizie di Damiano e dei vertici sindacali confederali.” Lo dichiara Pierpaolo Leonardi coordinatore nazionale della CUB “Nonostante una incessante campagna pubblicitaria le aspettative del Governo di trasferimento del TFR ai fondi pensione sono state clamorosamente smentite. E’ ormai indispensabile quindi rilanciare la “prima gamba”, cioè la previdenza pubblica, se non si vuole avere da qui a pochi anni intere generazioni di pensionati poveri”.
La CUB a sostegno della previdenza pubblica, per la scomparsa dello scalone e contro ogni ipotesi di innalzamento dell’età pensionabile e di modifica dei coefficienti ha proclamato per il 13 luglio lo sciopero generale nazionale dell’intera giornata con manifestazione a Milano.


30 giugno 2007 - La Gazzetta di Reggio

«Stop al meccanismo del silenzio-assenso»
La Cub si mette di traverso: scippo a danno dei lavoratori

REGGIO E. - «Tutti i lavoratori del settore privato per mantenere il Tfr in azienda devono comunicarlo - entro oggi - per iscritto alla propria azienda facendosi dare copia firmata per ricevuta: il silenzio è considerato consenso al trasferimento del Tfr ai fondi pensione, il Tfr ai fondi pensione è per sempre e non può essere revocato». Così Pasquale Tucci, alla guida della Cub di Reggio. «Nonostante la massiccia campagna di informazione a favore dei fondi - prosegue Tucci - i lavoratori non stanno aderendo ai fondi pensioni: dagli ultimi rilevamenti solo il 13% dei dipendenti ha scelto di aderire ai fondi, compreso anche chi era già iscritto ai fondi negli anni scorsi. Il Governo, Cgil, Cisl, Uil e padronato speravano almeno di arrivare al 40% dei lavoratori: ora bisogna disinnescare il meccanismo del silenzio assenso, perché è tramite questo meccanismo che i padroni dei fondi puntano al recupero della situazione e scippare il Tfr ai lavoratori indecisi e male informati».
«Ma già si inizia a parlare di rendere obbligatorio per legge il trasferimento del Tfr ai fondi - prosegue la Confederazione unitaria di base -. Dallo scippo alla rapina: chi ci guadagna? Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, aziende, banche e assicurazioni vorrebbero dirottare sui fondi da loro gestiti circa 19 miliardi di euro annui, derubati dalle tasche dei lavoratori. Chi rischia? I fondi pensione sono a totale rischio per i lavoratori, sono subordinati all’andamento delle Borse e dei mercati finanziari e caratterizzati dall’incertezza del rendimento. Per questo non garantiscono ai propri aderenti nemmeno la restituzione del capitale versato. Quanto rende? Il Tfr gestito dall’Inps ha un rendimento certo, essendo automaticamente rivalutato anche più dell’inflazione: 1,5% più il 75% dell’inflazione Istat annua. Con i fondi pensione il Tfr invece si trasforma in capitale a rischio. Scegliere i fondi pensione significa indebolire la previdenza pubblica e privatizzarla. Non aderire ai fondi pensione è un primo passo per il rilancio e il potenziamento della pensione pubblica per tutti. Continua la campagna della Cub contro lo scippo del Tfr per il rilancio della previdenza pubblica: no al Tfr nei fondi pensione».


30 giugno 2007 - Il Mattino di Padova

Tfr, solo il 20% ha scelto i fondi di categoria
Lavoratori frenati da poca informazione e paura La Uil: «Gli industriali hanno remato contro»
di Felice Paduano

Padova - Oggi è l’ultimo giorno utile per i lavoratori che devono scegliere a chi destinare il proprio Tfr (trattamento di fine rapporto). Il bilancio definitivo che i sindacati portano a casa non è lusinghiero, ma neanche da buttare alle ortiche. Come in tutta Italia, solo il 20% dei 400.000 lavoratori dipendenti padovani ha firmato per trasferire il Tfr ai fondi di categoria. Va aggiunto poi il numero dei lavoratori che non ha deciso niente e che quindi, per il silenzio assenso previsto dalla legge, sarà sommato ai precedenti. Come si prevedeva, anche a Padova è andato alla grande solo il Fondo di Solidarietà Veneto.
Sono ben 35.000 i lavoratori che lo hanno scelto «come un amore a prima vista». «Il successo è arrivato perchè è un fondo multi-comparto, sempre vicino ai lavoratori, con costi molto bassi e con la garanzia del futuro al cento per cento» dice Bruno Silvestrin. Abbastanza variegato il commento dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Il giudizio più duro arriva da Nello Cum: «I nostri fondi negoziali chiusi di categoria (tra cui, ad esempio, Cometa e Previmoda, n.d.r.) non hanno ottenuto il successo previsto perché tanti industriali hanno remato contro di noi - afferma il numero uno della Uil -. Anche alcune associazioni imprenditoriali locali non ci sono state certo vicine».
Più articolato il commento di Giovanni Faverin, leader della Cisl. «I lavoratori sono stati distratti e suggestionati dai messaggi pubblicitari, lanciati anche dalle televisioni, sia locali che nazionali, delle banche e dei grandi gruppi assicurativi - sostiene il segretario della Cisl -. Noi del sindacato abbiamo fatto quello che potevamo, ma il tempo per informare capillarmente i lavoratori è stato breve ed è capitato in un periodo in cui erano all’ordine del giorno dei mass media temi ugualmente importanti, come quelli, ad esempio, legati allo scalone Maroni, alla tenuta del governo ed alla partita delle tasse».
Meno pessimista Ilario Simonaggio. «Comunque non è andata male - osserva il segretario generale della Cgil (68.000 iscritti) -. Tra il 20% dei lavoratori che ha sottoscritto il passaggio del Tfr ai nostri fondi di categoria e gli altri, occupati in aziende con più di 50 dipendenti ai quali sarà applicato il silenzio-assenso, la previdenza complementare è decollata ugualmente». Tra i più soddisfatti, invece, i lavoratori iscritti ai Cobas.
«La maggioranza dei dipendenti ha fatto non bene, ma benissimo a lasciare il Tfr alle aziende - sottolinea Stefano Pieretti, cordinatore provinciale di Rdb-Cub -. Anche i fondi negoziali dei sindacati confederali sono a rischio. Non è la prima volta che si verificano dei terremoti che fanno diventare carta straccia anche i fondi chiusi».


27 giugno 2007 - Dire

BOLOGNA. APPUNTAMENTI DI GIOVEDI' 28 GIUGNO

(DIRE) Bologna, 26 giu. - Questi gli appuntamenti a Bologna e provincia:
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17.00- Bologna (Unipol assicurazioni-Assicoop/via Indipendenza 8/h)- Presidio promosso da Cub per promuovere la campagna contro "lo scippo del Tfr" e per rilanciare la previdenza pubblica.
....


26 giugno 2007 - Il Giornale di Vimercate

PRESIDIO ALL’ARENGARIO. Carlo Romanenghi: «Con la perdita del Tfr n altro pezzo dello Stato sociale verrà archiviato con la complicità dei sindacati»
LA «TRUFFA DEL TFR»? SMASCHERATA DAI SINDACALISTI MICKEY MOUSE

Monza - «Occhio: il formaggio lo stai mettendo tu». Hanno scelto l’arma dell’ironia i sindacalisti della Confederazione unitaria di base (Cub) di Monza e Brianza. Travestiti come tanti Mickey Mouse, si sono presentati sotto le volte dell’Arengario di Monza. Decisi a far capire ai lavoratori quello che a loro dire è «la truffa del Tfr».
«Con la norma del silenzio assenso - ha spiegato Carlo Romanenghi, sindaclista dei Cub Monza e Brianza - i lavoratori sono stati ingannati sia dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, sia dal governo, sia dagli imprenditori. Chi non ha compilato entro il 30 giugno il relativo modulo, il 30 giugno perderà per semppre la sua liquidazione. Un sopruso che a noi sembra una prepotenza bella e buona».
L’obiettivo di quella che è stata definita una vera e propria truffa perpetrata ai danni dei lavoratori è uno solo: spartirsi la torta della previdenza integrativa: un affare da milioni di euro che - secondo i Cub di Monza e Brianza - snaturerà i sindacati, trasformando i sindacalisti in bancari che saranno chiamati non più a occuparsi degli interessi dei lavoratori, ma a gestire e amministrare lucrosi affari.
Gli attivisti Cub di Monza e Brianza sono circa 1000, sparsi in 800 aziende della Brianza. Pochi, tutto sommato. Eppure, la loro protesta non è passata sotto silenzio:
«Non possiamo non denunciare - ha aggiunto un arrabbiato Gianni Romano - che il Tfr rappresentava una certezza per i lavoratori. Finora, tutti hanno potuto contare su un capitale da riscattare alla fine del rapporto di lavoro. Ora, non sarà più così. E i diritti dei lavoratori subiranno un altro durissimo colpo. Un altro pezzo dello Stato sociale che se ne va in soffitta».


26 giugno 2007 - Comunicato CUB Emilia Romagna

ATTENTI ALLO SCIPPO
IL 30 GIUGNO SCADE IL TERMINE
PER CONSERVARE IL TFR

Tutti i lavoratori del settore privato per mantenere il Tfr in azienda devono comunicarlo, entro il 30 giugno, per iscritto alla loro azienda facendosi dare copia firmata per ricevuta: il silenzio è considerato consenso al trasferimento del Tfr ai fondi pensione, il Tfr ai fondi pensione è per sempre e non può essere revocato.
Nonostante la massiccia campagna di informazione a favore dei FONDI, campagna finanziata con i soldi pubblici, i lavoratori non stanno aderendo ai fondi pensioni: dagli ultimi rilevamenti solo il 13% dei dipendenti ha scelto di aderire ai FONDI, compreso anche chi era già iscritto ai fondi negli anni scorsi.
Il Governo, CGIL-CISL-UIL e padronato speravano almeno di arrivare al 40% dei lavoratori: ORA BISOGNA DISINNESCARE IL MECCANISMO DEL SILENZIO ASSENSO, perché è tramite questo che i padroni dei FONDI puntano al recupero della situazione e scippare il TFR ai lavoratori indecisi e male informati.

MA GIA’ SI INIZIA A PARLARE DI RENDERE OBBLIGATORIO PER LEGGE
IL TRASFERIMENTO DEL TFR AI FONDI
DALLO SCIPPO ALLA RAPINA

Chi ci guadagna? Cgil-Cisl-Uil, Confindustria, Aziende, Banche e Assicurazioni vorrebbero dirottare sui fondi da loro gestiti circa 19 miliardi di euro annui, derubati dalle tasche dei lavoratori.
Chi rischia? I fondi pensione sono a totale rischio per i lavoratori, sono subordinati all’andamento delle Borse e dei mercati finanziari e caratterizzati dall’incertezza del rendimento. Per questo non garantiscono ai propri aderenti nemmeno la restituzione del capitale versato.
Quanto rende? Il TFR gestito dall’INPS ha un rendimento certo, essendo automaticamente rivalutato anche più dell’inflazione: 1,5 % più il 75 % dell’inflazione ISTAT annua. Con i fondi pensione il TFR invece si trasforma in capitale a rischio.
Scegliere i fondi pensione significa indebolire la previdenza pubblica e privatizzarla. Non aderire ai fondi pensione è un primo passo per il rilancio e il potenziamento della pensione pubblica per tutti.

continua la campagna della CUB contro lo scippo del TFR
per il rilancio della previdenza pubblica
GIOVEDI’ 28 GIUGNO
PRESIDIO
PRESSO UNIPOL ASSICURAZIONI - ASSICOOP - dalle ore 17.00
VIA INDIPENDENZA 8/H BOLOGNA
NO al Tfr/Tfs ai Fondi Pensione


24 giugno 2007 - Comunicato CUB

PENSIONI: LA CUB PROCLAMA LO SCIOPERO GENERALE

Il Consiglio Nazionale della Confederazione Unitaria di Base, riunito a Firenze, ha accolto all’unanimità la proposta avanzata dai Coordinatori di proclamare lo Sciopero Generale Nazionale per la difesa e il rilancio del sistema previdenziale pubblico, per l’aggancio delle pensioni alle dinamiche inflative e retributive, contro ogni ipotesi di accordo che aumenti l’età pensionabile e riduca il valore delle pensioni e lo scippo del TFR.
La durata e le modalità di effettuazione dello sciopero generale saranno decise dal Coordinamento nazionale della CUB non appena il Consiglio dei Ministri avrà definitivamente deliberato in ordine alle risultanze del confronto con le parti sociali, cui la CUB partecipa attivamente con proprie proposte.
Il Consiglio nazionale CUB ha anche lanciato un appello a tutte le organizzazioni dei lavoratori, al sindacalismo di base, alle RSU affinché in caso di accordo negativo si affianchino alla CUB nello sciopero generale.
"Se accordo ci sarà non potrà che essere al ribasso rispetto alla necessità di rilanciare il sistema previdenziale pubblico – a concluso Pierpaolo Leonardi, uno dei sei Coordinatori Nazionali del maggiore sindacato di base italiano – la CUB con questo sciopero sostiene il diritto a pensioni pubbliche dignitose per tutti, il ritorno al sistema retributivo a ripartizione, la garanzia della qualità delle prestazioni previdenziali/assistenziali attraverso il mantenimento e il rafforzamento dei tre enti maggiori (Inps Inpdap Inail), la fine della precarietà e dei contratti a perdere, la scomparsa del silenzio-assenso nel passaggio truffa del TFR ai Fondi pensione".


22 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Toscana

SAN GIOVANNI VALDARNO, 27 giugno 2007
NO AI FONDI PENSIONE
SI ALLA PREVIDENZA PUBBLICA

Entro il 30 giugno i lavoratori dei settori privati devono esprimere il proprio dissenso per evitare di vedersi sottrarre la liquidazione (TFR). In gioco ci sono non solo i soldi di salario differito appartenenti ai lavoratori (sui quali non sono stati chiamati a dire la loro), ma gli assetti futuri del sistema pensionistico di cui vogliono cancellare l’impostazione solidaristica per farne uno strumento di business in mano alla speculazione finanziaria.

MEGLIO DIRE NO PER SALVARE LIQUIDAZIONE E SISTEMA pubblico

Ma l’aggressione contro il sistema pubblico e le pensioni dei lavoratori non si ferma, mentre i padroni di Confindustria, i banchieri di Draghi e gli organismi internazionali legati ai grandi interessi finanziari montano una campagna di pressione per accelerarne processi degenerativi, il Governo si appresta a decidere nuovi interventi tendenti a stabilizzare il sistema in sintonia alla sua progressiva parziale privatizzazione.

NO A SCALONI E SCALINI E AL RITOCCO PEGGIORATIVO DEI COEFFICIENTI

Sotto la copertura di una cortina fumogena di provvedimenti al momento ancora virtuali il Governo si appresta ad intervenire su alcuni elementi importanti per i futuri pensionati:
L’ETà PENSIONABILE – modificheranno (forse) l’iniquo "scalone" previsto dal Governo Berlusconi che fa passare il minimo di età per il pensionamento da 57 a 60 anni facendolo diventare una serie di "scalini", spalmandolo insomma su alcuni anni (entro il 2012?) facendo comunque passare da subito l’età minima per il pensionamento dagli attuali 57 a 58 anni di età.
Questo comportamento è emblematico di un Governo che è stato eletto per cambiare e che invece si differenzia non nel merito ma solo nel metodo e nei tempi, mantenendosi nella stessa traiettoria delle nefaste politiche già del Governo Berlusconi.
I COEFFICIENTI –
I coefficienti sono importanti perché la loro variazione, anche di uno zero virgola, determina in più o in meno l’ammontare dell’erogazione della pensione. Una variazione anche minima significa quindi un taglio all’assegno mensile ed avrà probabilmente ricadute indirette anche sui trattamenti gestiti dalle assicurazioni private con grande vantaggio per quest’ultime.

C’è BISOGNO DI RESISTENZA ALLE POLITICHE ANTISOCIALI

DISCUTIAMONE CON:

P.PAOLO LEONARDI - Coordinatore Nazionale Confederazione Unitaria di Base (RdB/CUB)
GIORGIO CREMASCHI - area 28 aprile nella CGIL

27 GIUGNO 2007 ore 21.15
presso la "SALA DELLA MUSICA" – p.zza Libertà 1


20 giugno 2007 - La Nuova Sardegna

Consigli ai lavoratori in un seminario organizzato dall’Inps con Giurisprudenza
L’enigma Tfr: dieci giorni per decidere
di Pablo Sole

CAGLIARI - Il trenta giugno, termine ultimo entro il quale i lavoratori dipendenti del settore privato dovranno decidere la destinazione del Tfr, si avvicina. E si moltiplicano le iniziative per fare chiarezza in un settore tutt’altro che privo di interrogativi. Il primo, forse quello più sentito dai diretti interessati, si riassume in una semplice domanda: conviene lasciare il Tfr in azienda o affidarsi ai fondi complementari? O meglio scegliere un mix tra le due opzioni? A queste domande ha tentato di dare una risposta il seminario di studi promosso ieri dall’Inps con la collaborazione della facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo cagliaritano. Salvatore Putzolu, responsabile regionale dell’istituto di previdenza e dunque parte in causa nella "questione Tfr", non si sbilancia: «Abbiamo organizzato questa serie di appuntamenti per fare chiarezza, in un’ottica super partes». Risponde allora Gianfranco Onnis, rappresentante delle Rdb regionali e studioso delle dinamiche legate al welfare state: «Per il momento il nostro consiglio è di tenere in azienda il trattamento di fine rapporto: lo dicono i numeri. Un esempio: i ferrovieri possono contare sul Fondo Priamo, che oggi rende meno del due per cento, contro il tre garantito dall’attuale sistema. Infine - ricorda Onnis - chi sceglie di "tenere" il Tfr può sempre decidere, in un secondo momento, di destinarne una parte ai fondi complementari. Al contrario, chi sceglie di aderire già da oggi al sistema integrativo, non può revocare questa scelta». In merito, il primo dato riguarda la percentuale di lavoratori che ha deciso di destinare per intero il Tfr ai fondi complementari: «Secondo le ultime rilevazioni - sottolinea il docente Piergiorgio Corrias - questa opzione è stata scelta da un minimo di dieci ad un massimo di trenta dipendenti su cento. Il margine è abbastanza ampio, quindi l’importanza di questo dato non è assoluta ma indicativa, soprattutto se si tiene conto che le previsioni si attestavano intorno al quaranta per cento». Perché questa disparità tra stime di massima e dati effettivi? «Premesso che queste basse percentuali mi meravigliano - aggiunge Putzolu - credo che molto sia dovuto alla carenza di informazioni fornite agli utenti, e questa iniziativa, così come le prossime, hanno il compito di chiarire i dubbi dei dipendenti. Mi auguro che i lavoratori siano indirizzati verso una scelta seria e oculata anche sui fondi complementari, che devono essere seri e garantire un futuro».


19 giugno 2007 - Il Tirreno

AL CIRCOLO AGORÀ
INCONTRO SUL TFR

PISA - Domani alle 17.30 al circolo Arci Agorà di via Bovio 48 incontro informativo sul Tfr con Enzo Di Brango, del Centro studi trasformazioni economico-sociali Proteo. Coordina un rappresentante del centro di raccolta caf Rdb Cub Agorà di Pisa.


18 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Puglia

Bari - Terlizzi. 20 giugno 2007
ASSEMBLEA CITTADINA
su Previdenza e TFR
presso l’Associazione "Giovanni Paolo II"ore 19
Via Carignano (Traversa via Asti)

interverranno:
Michele QUARANTA, Gaetano VOLPE - Coordinamento Regionale RdB - CUB
Leonardo ZECCHINO, Michele GUGLIELMI - Coordinamento RdB - CUB Bari


15 giugno 2007 - Il Manifesto

Il professore non ha dubbi: investire nei Fondi pensione può essere rischioso. Ma il sindacato sembra non capirlo. Intervista a Giuseppe Scienza

«Tenetevi il Tfr»
di Andrea Bignami

Un sorriso sornione sotto due curati baffetti, 57 anni, docente di matematica finanziaria all'Università di Torino. La stessa dove ci accoglie e dove probabilmente ha scritto, o almeno pensato, nel giugno 2001, quel «Il risparmio tradito» purtroppo profetico rispetto ai vari crack Cirio, Parmalat e Argentina. Un libro che lo stesso Giorgio Bocca consiglia e che Beppe Grillo ha prefatto di buon grado. Così, di tradimento in tradimento, il buon professor Beppe Scienza, ottimo cognome per un professore, ora ha consegnato per i tipi della Fazi la sua ultima fatica: «La pensione tradita», appassionata difesa del Tfr e duro attacco alla previdenza integrativa. Una posizione, tanto per essere chiari, da Cobas/Cub, che non mancano occasione per parlare di scippo della liquidazione.
Apparentamento ideologico?
C'è un malinteso. Per un lavoratore è prudente tenersi ben stretto il Tfr, che voti Alleanza Nazionale, Rifondazione Comunista, Partito Democratico o Forza Italia. Anche chi non vota, che sia per qualunquismo o per sincera fede anarchica, dovrebbe tenerselo ben stretto. Quando parlo dei vantaggi di tenere il Tfr in azienda e dei gravissimi difetti e pericoli della previdenza integrativa mi baso solo su valutazioni numeriche. La politica e le ideologie non c'entrano nulla, sono solo cifre le mie.
Eppure quasi tutti, dai sindacati ai Tito Boeri, invitano i lavoratori ad aderire alla previdenza integrativa. Perché lei, invece, sarebbe tanto contrario?
Per dirlo con una battuta, perché giocarsi la pensione alla roulette è troppo pericoloso. E lo è anche se le probabilità di vincere sono maggiori di quelle di perdere. Con una pensione di 1.000 euro al mese, nessuno, davvero nessuno, accetterebbe di puntarla sul rosso o sul nero. Anche con il 75% di probabilità di raddoppiarla. Perché nell'altro 25% dei casi si rimane senza il becco di un quattrino per il resto della vita. La logica del gioco d'azzardo non si può applicare alla previdenza.
Qui però, professore, non si tratta di andare al casinò, ma di affidare la liquidazione a dei gestori competenti perché la investano nei mercati finanziari.
Cominciamo col mettere un po' di puntini sulle i. Intanto, almeno in Italia, i gestori, cosiddetti professionali, del risparmio sono solo un club di sfasciacarrozze che da oltre vent'anni danneggia milioni di risparmiatori. Si vada a vedere le analisi dell'ufficio studi di Mediobanca. E non è che a Piazzetta Cuccia possano essere scambiati per una filiale del Leoncavallo o un covo di autonomi. I tanto presuntuosi «money manager» non sono nemmeno riusciti a portare a casa i risultati dei Bot o dei buoni postali fruttiferi. Mi ascolti, meglio stare alla larga dal risparmio gestito, i mercati possono fare brutte sorprese.
In periodi, brevi, questo potrebbe anche essere stato vero. Ma il Tfr è un investimento di lungo periodo. Alla lunga i mercati azionari non rendono di più?
No. Ne «La pensione tradita» riporto vari periodi in cui le borse hanno reso molto meno del Tfr, anche senza contare gli errori tipici dei fondi comuni e dei fondi pensione o le loro commissioni. Per esempio: nei vent'anni che vanno dal 1962 all'82, le azioni italiane hanno registrato perdite reali dell'81% e anche i titoli di Stato se la sono passata male, meno 73%, in media il 77% quindi. Così una pensione integrativa inizialmente ipotizzata di 500 euro al mese si sarebbe ridotta a 115, una vera miseria.
Ma quelli erano anni d'inflazione alle stelle. In futuro eventi del genere non si dovrebbero più ripetere, l'euro ci mette al riparo. Un giovane, con le pensioni che danno ora, come può fare senza una pensione integrativa?
Calma! Per cominciare nessuno studioso competente e onesto può ritenere veramente attendibili previsioni economiche a distanza di 40 anni, che sono poi quelli che separano un lavoratore giovane dalla pensione. Secondo lei a metà degli anni '60 era prevedibile la situazione attuale? Nel 1930 era prevedibile quella del 1970? E comunque non è questo il vero imbroglio.
E qual è?
È nascondere che una pensione integrativa la si può ottenere anche tenendo il Tfr in azienda. La liquidazione si può tranquillamente convertire in una rendita vitalizia, una cosa fattibile con qualunque compagnia d'assicurazione. E non è l'unica soluzione. Si può integrare la propria pensione anche con gli interessi che tale somma potrebbe fruttare se investita in titoli di stato o buoni fruttiferi delle poste. Oppure, magari aggiungendo qualche altro risparmio, ci si può comprare una casa.
Dalla sua, però, la previdenza integrativa ha dei vantaggi fiscali che le altre forme d'investimento da lei elencate non hanno.
Non è così. Quei vantaggi di cui lei parla sono solo specchietti per le allodole oppure, peggio, degli inviti all'elusione fiscale. Prenda ad esempio il destinatario ideale della previdenza integrativa: un giovane con davanti ancora tra i 35 e i 45 anni di lavoro. Nel mio libro lo dimostro chiaramente. Il suo risparmio fiscale è nell'ordine di mezzo punto percentuale all'anno, lo 0,5%. Ora mi stia bene a sentire. I costi della previdenza integrativa vanno dallo 0,5% dei fondi pensione sindacali meno cari a oltre il 4% di diverse fip, le forme individuali previdenziali. Ha capito? Nel migliore dei casi il conto con i vantaggi fiscali è in pari e in generale il saldo è negativo. La cosa più assurda poi è che contro ogni logica previdenziale il vantaggio fiscale aumenta in percentuale all'avvicinarsi dell'età pensionabile e al crescere del reddito. Cioè meno ti manca alla pensione e maggiore è il tuo imponibile, più grande è la convenienza. L'esatto contrario di una logica di tassazione progressiva. Si arriverebbe così all'assurdo di un vantaggio fiscale dell'11,6% annuo per una persona a cui mancassero solo 5 anni di contributi e con un imponibile di 200 mila euro annui.
E del contributo del datore di lavoro cosa mi dice? Quelli sono soldi che le aziende ti regalano, mi passi il termine, e tenendosi il Tfr andrebbero persi.
Qualche soldo in più, in effetti, ma poca roba. Anche conteggiando tale contributo, bastano alcuni anni di gestione deficitaria dei fondi pensione per rimetterci ugualmente rispetto al rendimento del Tfr.
Insomma, lei sta aggiungendo alla lista dei cattivi anche i sindacati. Passino le banche, passino le società di gestione del risparmio, anche le assicurazioni, ma perché i sindacati starebbero consigliando dei prodotti, se poi questi prodotti non convenissero ai lavoratori?
Io il perché non lo so. Non posso sapere se siano in buona o in mala fede. nemmeno mi permetto di alludere qualcosa. Io mi limito a dare un consiglio basato sui numeri e su tanti anni di esperienza. Una cosa però è certa: insieme all'industria parassitaria del risparmio gestito, i sindacati sono i soli soggetti a esser matematicamente certi di trarre vantaggi dal trasferimento del Tfr alla previdenza integrativa; e in particolare ai loro fondi pensione.


14 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Puglia

Andria, 18 giugno 2007
"TFR ai Fondi pensione: le ragioni del NO"
ASSEMBLEA CITTADINA
su Previdenza e TFR
presso l’Associazione "La Rete" - ore 19-
Via Oberdan, 2 – ANDRIA

Parliamone insieme con:
Michele QUARANTA - Coordinamento Regionale RdBCUB
Ignazio PISANI, Vito COLELLA, Gaspare CANNILLO - Coordinamento Provinciale B.A.T. RdbCUB


14 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Toscana

Firenze. 26 giugno 2007
TFR: SE ENTRO IL 30 GIUGNO 2007
NON ESPRIMI IN FORMA SCRITTA AL DATORE DI LAVORO IL TUO DISSENSO
ADDIO LIQUIDAZIONE!!!!!!!!!

Che il proprio Trattamento di Fine Rapporto non venga destinato ad una forma pensionistica complementare e continui dunque ad essere regolato secondo le previsioni dell’articolo 2120 del codice civile.
- SE NON ADERISCI ORA POTRAI SEMPRE FARLO IN FUTURO
- SE ADERISCI NON POTRAI PIU’ TORNARE INDIETRO
- NO AI FONDI PRIVATI
- SI ALLA PREVIDENZA PUBBLICA

MARTEDÌ 26 GIUGNO 2007
ALLE ORE 21,15
Presso l’archivio del ’68 – Scuola Elsa Morante
Via Giampaolo Orsini, 44
DISCUTIAMONE INSIEME

Promuovono l’iniziativa:
Federazione di Firenze RdB–CUB; Unione Inquilini; Area della Sinistra Toscana; A.N.P.I.; Comitati dei Cittadini


13 giugno 2007 - Comunicato CUB Genova

Genova. Meno 11 giorni allo scippo del TFR
Dibattito sulla controriforma del TFR
Martedì 19 giugno h. 18.00
Dopolavoro Ferroviario - Via A. Doria 9 (adiacente Staz. Principe)

Interviene:
Beppe Scienza, docente Università di Torino
.
Il prof. Scienza insegna "Metodi e modelli per la pianificazione economica" al Dipartimento di matematica dell’Università di Torino. Ha pubblicato negli ultimi anni i seguenti volumi:
- La pensione tradita. Conti alla mano, perché conviene tenersi il TFR e non aderire ai fondi pensione,Fazi 2007
- Il risparmio tradito. Come difendersi da bancari, assicuratori e giornalisti, Cortina 2005

Organizzano:
Confederazione Unitaria di Base CUB Genova - Confederazione COBAS Genova - USI Ait Genova


13 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Campania

Napoli. 18 giugno 2007
Contro l’attacco alle pensioni e al TFR
presidio con volantinaggio
in Piazza Carità a Napoli alle ore 17.00
delle OO.SS. di base: R.d.B./CUB – SlaiCobas – e SLL


12 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB P.I. Università

Roma, 14 giugno 2007
Assemblea-Dibattito
Lavoro precario oggi: quale pensione domani?
TFR - Trappola in agguato, Facciamo Resistenza (FAI LA TUA SCELTA. Chi tace…acconsente!)

La RdB PI- Università, il Circolo PRC Tor Vergata e Attac hanno promosso un’assemblea-dibattito con l’intenzione di affrontare la questione TFR e Fondi Pensione Integrativa che, oggi, interessa i lavoratori privati e, subito dopo, anche i lavoratori pubblici, in maggior parte ancora soggetti al regime di TFS, la cosiddetta "liquidazione".
Si vuole dare un contributo all’informazione, poiché la conoscenza è l’elemento determinante nel meccanismo del "silenzio-assenso", affinché i lavoratori possano decidere del proprio futuro in piena responsabilità e libertà.
In merito alla responsabilità a cui ogni cittadino è chiamato, emerge la contraddizione costitutiva del nuovo sistema di Previdenza Privata: in caso di adesione ai fondi pensione lo stesso cittadino diventa azionista, ma senza alcuna consapevolezza e quindi responsabilità sul destino dell’investimento da cui dipenderà il proprio trattamento pensionistico. Nel trasferimento del TFR ai Fondi, qualcuno sicuramente ci guadagnerà, ma se ci guadagnano i lavoratori è tutto da dimostrare.
La riforma previdenziale, inoltre, è segnata dal "processo" mediatico al Sistema Previdenziale Pubblico, accusato di costare troppo e di non poter garantire una pensione dignitosa alle nuove generazioni.
Il mondo del lavoro, però, è cambiato: è sempre più precario. Ci sono sempre di meno lavoratori garantiti e sempre più precari che non versano contributi o ne versano troppo pochi.
La riforma previdenziale con i fondi pensioni, pertanto, non può essere una soluzione per i precari, difatti non si rivolge a loro o comunque li ignora.
La precarietà è il male del momento: è azzardato quindi sostenere che la Riforma Previdenziale è obsoleta, non essendo al passo con i tempi?
Qual è la prospettiva, quindi, per il futuro delle nuove generazioni?
La RdB-CUB PI Università, per agevolare la partecipazione dei lavoratori dell'Università e del PTV, ha indetto un’assemblea sindacale.

Giovedì 14 giugno, ore 10,30, aula 1/A4 (1° piano, Pal. A)
presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia in via Montpellier, 1
Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Partecipano:
Antonio Fraioli (Docente Diritto del Lavoro e Sicurezza Soc- Univ.TorVergata)
P.Paolo Leonardi (Coordinatore Naz.le CUB)
Giorgio Cremaschi (Segretario Naz.le Fiom-CGIL)
Severo Lutrario (ATTAC)


12 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Toscana

Pisa. 15 giugno 2007
Presidio contro lo scippo del Tfr
in Largo Ciro Menotti, dalle ore 16 alle ore 20

Presidio con banchetto informativo contro lo scippo del TFR e la bidonata dei Fondi Pensione
La funzione principale del sistema pensionistico pubblico è quella di assicurare a ciascun lavoratore il mantenimento di un tenore di vita dignitoso e non un sistema che regala alla borsa, regala alle speculazioni ed a CGIL CISL e UIL . Il conto è sempre salato per i lavoratori, impegnati a barcamenarsi con salari e stipendi ridotti al minimo vitale.

Difendiamo la previdenza pubblica


12 giugno 2007 - Il Gazzettino

SAN VITO DI LEGUZZANO
Il tfr dentro la sala civica

(vi.be.) Di previdenza integrativa e Trattamento di fine rapporto (Tfr) si parlerà domani sera (20.30), presso la sala Civica di via mons. Snichelotto, in un incontro organizzato dall'assessorato alla Cultura. A discutere sul tema "Informazioni sul Tfr: per una scelta consapevole, per un rifiuto consapevole" sarà il sindacalista Cub Giuseppe Ceola, che illustrerà come destinare entro il 30 giugno (in fondi di investimento, assicurazioni sulla vita, pensioni integrative e altro) il Trattamento di fine rapporto.


10 giugno 2007 - La Nuova Sardegna

AL WHITE AND GREEN
Tfr e fondi pensione, venerdì un dibattito

SASSARI - Venerdì alle 10 nel salone del White and green, a Predda Niedda, si terrà un incontro-dibattito intitolato "Il Tfs/Tfs nei fondi di pensione. Un’opportunità o una trappola?", organizzato dal coordinamento di Sassari delle Rappresentanze sindacali di base.
L’incontro verrà coordinato da Domenico Medici, coordinatore per la Sardegna di Rdb-Cub Pubblico impiego. Al dibattito in programma venerdì mattina interverranno Enrico Rubiu, coordinatore regionale federazione Rdb-Cub, Gianfranco Onnis, coordinatore regione Sardegna Rdb Inps, e Maria Luisa Trebini, coordinatrice territoriale per Sassari di Rdb-Cub.


8 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB P.I. Parastato

SPORTELLI IN PIAZZA:
SUCCESSO DELL’INIZIATIVA DELLA RdB PARASTATO
Entro giugno si replica!

L’iniziativa di organizzare sportelli volanti degli enti previdenziali nelle piazze o nei mercati ha riscosso il gradimento dei cittadini, che si sono avvicinati ai tavoli/sportelli della RdB-CUB degli Enti Pubblici Non Economici per chiedere notizie sul TFR e la previdenza complementare, sulle pensioni e sulle rendite da infortuni.
Il comunicato preparato per la giornata del 7 giugno è stato distribuito in decine di migliaia di copie, sottolineando il filo rosso che lega la riforma Dini del 1995 allo scippo del TFR, alla svendita del patrimonio immobiliare pubblico, al dilagare del precariato, fino al disegno di legge che prevede la chiusura del PRA o la proposta di accorpamento degli enti previdenziali. L’obiettivo rimane lo smantellamento del sistema pubblico di garanzie che forma lo stato sociale.
A Roma, presso il mercato coperto Tuscolano, in via del Quadraro, il presidio è andato avanti per tutta la mattinata e sono stati distribuiti oltre 1.500 volantini.
La RdB-CUB degli Enti Pubblici Non Economici ha deciso così di replicare l’iniziativa. Saranno scelti altri luoghi di aggregazione sociale, per avvicinare lavoratori e pensionati, spiegando loro l’impegno che la RdB-CUB sta mettendo per salvaguardare la funzione della pubblica amministrazione e per far fallire la previdenza complementare, passaggio necessario per tornare a parlare di pensioni pubbliche dignitose e di come garantirle alle future generazioni.

DIFENDIAMO LA PREVIDENZA PUBBLICA DAGLI ATTACCHI DI CHI VUOLE SMANTELLARE LO STATO SOCIALE!


8 giugno 2007 - L'Eco di Bergamo

«Tfr nei fondi pensione, adesioni deludenti»
Allarme della Commissione di vigilanza: difficile raggiungere l'obiettivo del 40% indicato dal governo Mancano ancora i dati dei lavoratori che non hanno espresso una scelta. Scadenza ultima a fine giugno

ROMA - Le adesioni alla previdenza complementare rischiano di essere ben più basse del 40% previsto dai piani del governo. «Sicuramente a giugno non riusciremo a raggiungere il 40% di adesioni sperato», dice Luigi Scimia, presidente della Commissione per la vigilanza sui fondi pensione (Covip), in un'intervista al quotidiano Finanza e Mercati. «Forse – aggiunge Scimia – riusciremo ad avvicinarci al 40% soltanto alla fine dell'anno».
Per decidere eventuali correttivi, però, bisogna aspettare a settembre, perché, spiega ancora il presidente della Covip, «le cifre che riguardano i lavoratori silenti, – cioè coloro che non indicano una scelta tra mantenimento in azienda del Tfr maturando e il suo dirottamento nei fondi, ndr – ci saranno comunicati dall'Inps a fine agosto». Scimia ritiene, comunque, che «bisognerebbe aumentare gli incentivi fiscali azzerando magari la tassazione sui rendimenti dei fondi, oggi pari all'11%». L'alternativa, prosegue ancora il numero uno della Covip, «sarebbe rendere le adesioni obbligatorie. Ma – avverte – devono essere aggiunti due paracadute: bisognerebbe creare un fondo di garanzia, con un contributo minimo di tutti gli aderenti, utile ad aiutare fondi pensione in difficoltà. E bisognerebbe rendere la scelta reversibile, con finestre di 3-4 anni per tornare indietro».
Intanto la Cub (Confederazione unitaria di base) si riunirà il prossimo 23 giugno «con l'obiettivo di dichiarare lo sciopero generale nazionale da tenersi entro il 15 luglio, a sostegno della difesa del sistema previdenziale pubblico e contro lo scippo del Tfr». Lo ha annunciato ieri Pierpaolo Leonardi, uno dei coordinatori nazionali della Cub. «Non accettiamo nessun arretramento sulle pensioni – afferma Leonardi in una nota – anzi lo sciopero vuole rilanciare il sistema previdenziale pubblico contro ogni ipotesi di unificazione degli enti previdenziali e denunciare lo scandalo del silenzio assenso nello scippo del Tfr. La concertazione in atto rischia di essere un cedimento totale alle scelte del governo».
Nella sue ultime Considerazioni all'assemblea della Covip del 2006, Scimia aveva, tra l'altro sottolineato, come «nel nostro Paese la necessità di sviluppare la previdenza complementare è apparsa cruciale fin dall'avvio del processo di riforma della previdenza pubblica nella prima metà degli anni Novanta. Per un lavoratore dipendente del settore privato con 60 anni di età e 35 anni di contribuzione, infatti, la pensione di base attesa nel 2050 si attesta a circa metà dell'ultima retribuzione percepita, con una riduzione di circa 20 punti percentuali rispetto ad oggi. La crescita del settore – aveva concluso il presidente della Covip – è tuttavia stata finora insufficiente. Gli iscritti alle forme pensionistiche complementari rappresentano attualmente circa il 13 per cento degli occupati, mentre le risorse complessivamente destinate alle prestazioni previdenziali complementari equivalgono a circa il 3 per cento del Pil».


8 giugno 2007 - Il Piccolo

Tfr, un presidio di protesta di Cobas, Rdb e Sinistra critica

Trieste - «Lasciate il Tfr in azienda. È meglio che investirlo nei fondi pensione. Non fatevi rubare la liquidazione». È questo l’appello lanciato ieri pomeriggio ai lavoratori triestini dal Comitato provinciale contro lo scippo del Tfr e per il rilancio della previdenza pubblica, durante un presidio davanti alla sede della Rai in via Fabio Severo.
La manifestazione è stata organizzata dal comitato (composto da RdB, Cobas, Snater, Usi-Sanità e Sinistra critica) proprio per ricordare ai dipendenti del settore privato l’imminente scadenza fissata il 30 giugno, oltre la quale scatterà «lo scippo del Tfr attraverso il meccanismo del silenzio assenso».
«Per non perdere la liquidazione i lavoratori devono firmare e consegnare subito all’azienda il modulo fornito dal datore di lavoro - hanno spiegato i rappresentanti del comitato-, chiedendo che il proprio trattamento di fine rapporto non venga destinato a una forma pensionistica complementare e continui invece a essere regolato secondo le previsioni dell’articolo 2120 del codice civile. Lo stesso ministero della Solidarietà sociale Paolo Ferrero - hanno aggiunto i manifestanti -, interpellato di recente da alcuni cronisti, ha espresso la stessa opinione».


7 giugno 2007 - Comunicato CUB

PENSIONI: LA CUB VERSO LO SCIOPERO GENERALE

"I 6 coordinatori della CUB, riuniti ieri a Roma, hanno deciso di convocare per il 23 giugno il Consiglio nazionale della Confederazione Unitaria di Base con l’obiettivo di dichiarare lo sciopero generale nazionale da tenersi entro il 15 luglio", lo annuncia Pierpaolo Leonardi, uno dei Coordinatori nazionali della CUB, al termine della riunione.
"Ovviamente lo sciopero generale avrà al centro la difesa e il rilancio del sistema previdenziale pubblico e il no allo scippo del TFR - prosegue Leonardi - ma metterà tra le parole d’ordine anche il diritto a veri contratti per la difesa del Contratto Nazionale e per ristabilirne la funzione di redistribuzione della ricchezza prodotta; la cancellazione delle leggi 30 e Treu per l’istituzione del reddito sociale minimo; il no alla guerra, alle basi, alle spese militari (ricordiamo che la CUB è fra le organizzazioni promotrici della manifestazione nazionale contro la visita di Bush di sabato 9) il no alle privatizzazioni e allo smantellamento del welfare; per il diritto alla casa e per la democrazia nei luoghi di lavoro".
"Non accettiamo nessun arretramento sulle pensioni, anzi lo sciopero vuole rilanciare il sistema previdenziale pubblico contro ogni ipotesi di unificazione degli Enti previdenziali e denunciare lo scandalo del silenzio assenso nello scippo del TFR. La concertazione in atto rischia di essere un cedimento totale alle scelte del governo" conclude Leonardi.


7 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Friuli Venezia Giulia

Trieste, 7 giugno 2007
CONFERENZA STAMPA – PRESIDIO
Contro lo scippo del TFR

Il Comitato Provinciale di Trieste contro lo scippo del TFR e per il rilancio della previdenza pubblica informa che:
Giovedì 7 Giugno alle ore 17.00 terrà un presidio – conferenza stampa di fronte alla sede della RAI in via Fabio SEVERO, per sensibilizzare tale azienda e gli altri organi di stampa ad una corretta informazione sulla tematica del TFR e dei fondi pensione.
Infatti attualmente l'unica informazione presente su tali organi è quella a favore dell'investimento del TFR nei fondi pensione, mentre nessuna voce viene data a chi sostiene la difesa del TFR e della previdenza pubblica.
E' invece fondamentale, per mantenere i diritti ad una scelta consapevole dei lavoratori, dare spazio alle argomentazioni che si oppongono a questa imponente forma di speculazione sui loro risparmi.
Il Presidio vuole anche ricordare l'imminente data del 30 Giugno, oltre il quale scatta lo scippo del TFR attraverso il meccanismo del silenzio assenso.


6 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Sardegna

Sassari. 15 giugno 2007
ASSEMBLEA – DIBATTITO
IL TFR NEI FONDI PENSIONE
Un’ opportunità o una trappola?
Ore 10.00 - SALONE DEL "WHITE AND GREEN", STRADA N. 20 Z. I. PREDDA NIEDDA

Introduce e Coordina
Domenico Medici
Coordinatore Regione Sardegna RdB-CUB Pubblico Impiego
Intervengono
M. Luisa Trebini
Coord.trice Territoriale di Sassari Fed.zione RdB-CUB
Enrico Rubiu
Coordinatore Regionale Federazione RdB -CUB
Gian Franco Onnis
Coordinamento Regione Sardegna RdB INPS
Prosegue l'iniziativa della RdB-CUB per informare i lavoratori su prospettive e rischi insiti nelle nuove norme riguardanti il TFR. Il prossimo appuntamento è per oggi Venerdì 15 giugno a Sassari nel salone del "WHITE AND GREEN" STRADA n. 20 Zona Industriale Predda Nieddu con un incontro - dibattito rivolto a tutti i lavoratori dipendenti.
I lavoratori infatti devono decidere entro il 30 giugno di quest’anno in merito all’utilizzo del loro salario differito: il TFR.
Con questa iniziativa la RdB-CUB intende dare il proprio contributo ad una informazione alternativa ed oggettiva sulla materia, cosa necessaria per arrivare ad una scelta consapevole.


6 giugno 2007 - Il Giornale di Vicenza

Staserà al Rondò
Fondi pensione e Tfr: una scelta per i lavoratori

Vicenza - È in programma stasera alle 20, nel centro sociale di quartiere Rondò Brenta, un incontro aperto a tutti sul tema: «No al Tfr nei fondi pensioni». relatori saranno Germano Raniero della Confederazione unitaria di base di Vicenza e Tiziana Riolfi dell’Inps di Verona.
«Tutti i lavoratori - sostengono gli organizzatori dell’incontro - devono completare il modulo entro il 30 giugno altrimenti scatta il silenzio-assenso che, di fatto, trasferisce il trattamento di fine rapporto di lavoro nei fondi pensione. Mentre il lavoratore che mantiene il tfr in azienda può revocare questa decisione in ogni momento, la scelta ad un fondo pensione è irrevocabile».