No War: La CUB contro gli F35 entro il recinto dell'aeroporto militare di Cameri (Novara) - 22 e 23 Settembre: Due giorni di dibattito e di svago contro il militarismo e l'industria degli armamenti

Novara -

La  decisione di  costruire  uno  stabilimento per  l'assemblaggio dei nuovi cacciabombardieri statunitensi F35 entro il recinto dell'aeroporto militare di Cameri (che si trova a pochi chilometri da Novara) rientra in modo evidente nella logica militarista ed aggressiva che sta alla base della  politica estera italiana.


Dopo decenni di servitù passiva nei confronti degli USA, le cose sono davvero cambiate per noi italiani e per tutti gli alleati nell'ambito NATO. Da qualche tempo il centro dell'Impero Occidentale, alle prese con difficolta politiche ed economico-finanziarie  di diversa natura,   chiede anche ai suoi satelliti di contribuire  attivamente al controllo  del  territorio ed alla predazione delle risorse mondiali.


E l'Italia si è adeguata alla nuova prassi , partecipando fedelmente alle missioni militari alle quali viene invitata dagli USA.


Pure l'aumento delle spese per l'acquisto di nuovi sistemi d'arma è parte di una logica ben comprensibile dal punto di vista di una politica di potenza.


L'adesione al progetto della Lockheed Martin da parte del nostro governo è dunque un evento strategico nell'ambito di una scelta politica più generale.

L'Alenia (fabbrica di Stato di armi ed accessori) partecipa come primo associato italiano alla bella impresa di costruzione aeronautica e affilia a sé una discreta quantità di imprese sia pubbliche che private.


In bilanci pubblici di anni diversi (in parte già passati, in parte ancora da venire) si è deciso di mettere quasi due miliardi di euro per   avviare l'implementazione del progetto in questione.


Se poi si pensa a quanto si spenderà per l'acquisto dei cacciabombardieri medesimi (l'Italia, a partire dal 2013 ne comprerà un centinaio al prezzo di almeno un centinaio di milioni di euro l'uno), allora non si può fare a meno di cogliere che si tratta dell'ennesima ridistribuzione del reddito alla rovescia:
dalle tasche dei contribuenti (in grandissima parte lavoratori dipendenti) alle borse capienti degli azionisti dell'industria bellica.


Tutto ciò mentre si tirano i cordoni della borsa per la spesa sociale e si lesina fino all'ultimo centesimo per pensioni e integrazioni dei redditi più bassi.


Per guadagnare il consenso della popolazione interessata al progetto F35 si usa ancora e sempre lo stesso argomento: i nuovi posti di lavoro che si creeranno per la costruzione, appunto, dei nuovi cacciabombardieri. Argomento risibile, dal momento che con la stessa quantità di capitale fisso che si vorrebbe impegnare in tale industria bellica si potrebbero creare molti più posti di lavoro del migliaio scarsi, promessi e millantati, indirizzando le somme da investire in settori diversi e di maggiore rilevanza sociale ed ambientale.


Ma la nostra opposizione al progetto non si fonda solo su   ragionamenti utilitaristici e strettamente economici.


La questione decisiva è un'altra: etica e politica.


I lavoratori non possono essere complici delle guerre d'aggressione e dell'asservimento dei popoli più deboli.


Un sindacato di base ed alternativo non può dunque evitare di comportarsi in modo tale da rendere evidente la sua scelta radicalmente antimilitarista.
Le guerre (lo hanno detto in molti) sono il modo più rapido di spostare ricchezza dai più poveri ai più ricchi ed ai più prepotenti.


Un sindacato di base deve allora attivarsi sempre e comunque contro ogni guerra.

 


Ma   l'opposizione   alla   guerra    non   può   coerentemente   svilupparsi   se   non attraverso un contrasto incessante contro la costruzione di armamenti e contro ogni impresa che da ciò possa trarre profitto.


Se vogliamo immaginare un modo diverso di regolare i rapporti di lavoro ed i rapporti sociali in generale, è necessario partecipare alle lotte popolari contro ogni guerra e contro l'industria bellica.


Certo  non si tratta  di cosa facile: 

la falsa  coscienza costruita  da  un'abile  propaganda governativa  (anche da  parte dei governi che si definiscono di sinistra) confonde spesso le acque e lusinga  i  lavoratori  in  modo tale da renderli inoffensivi e remissivi riguardo alle imprese belliche che si vogliono porre in atto.


Accadono a tale riguardo cose s imili a quelle che ci tocca  vedere di continuo in relazione alle questioni di protezione dell'ambiente e della salute: vogliono farci credere di poter trarre chissà quale enorme beneficio da pochi posti di lavoro maledetti e mortiferi.


Un  sindacato  di  base  ed  alternativo  non   può  ovviamente farsi  ingannare: nessun   presunto   posto   di   lavoro   in   più   può   far  accettare conseguenze insostenibili.


Nessun posto di lavoro in più può renderci complici di un sistema imperiale globale costruito appositamente per garantire un ferreo dominio sulle classi subalterne e sui paesi più deboli.


L'azione di contrasto nei confronti della costruzione del nuovo stabilimento di Cameri, nonostante l'eccellente riuscita della prima manifestazione svoltasi il 19 maggio scorso è tutta da sviluppare , tuttavia, come altri hanno detto in passato, le uniche lotte che sicuramente si perdono sono quelle che neppure si cominciano.

 

Dunque la CUB aderisce e sostiene attivamente l e iniziative di lotta organizzate dal Coordinamento contro gli F35 nella direzione di una pratica collettiva effettivamente antimilitarista.Novara agosto 2007

 

 

 


22 e 23 Settembre. Due giorni di dibattito e di svago contro il militarismo e l'industria degli armamenti


presso il centro agrituristico AGRIFANS, Cascina Picchetta di Cameri

Programma:

Sabato 22 settembre alle ore 16.00:

dibattito pubblico

intervengono:

Rossana De Simone delegata CUB
Roberto Luchetti Rete Nazionale Disarmiamoli
Walter Peruzzi redazione Guerra & Pace
Andrea Licata comitato Vicenza Est - CUCA 2000

alla sera cena conviviale e musica

 
Domenica 23 dalle ore 10.00:

assemblea di movimento contro gli F35 a Cameri: prospettive di lotta ed iniziative future a partire dalla grande marcia antimilitarista su Cameri programmata per il 4 novembre

----------

"L'iniziativa si svolgerà in un agriturismo privato. Ci toccherà affrontare qualche spesa per l'affitto del luogo, la preparazione del cibo e spese organizzative di vario genere. Si ipotizza di spendere all'incirca un migliaio di euro. Saremmo dunque molto soddisfatti se i partecipanti all'incontro riuscissero a condividere con noi le spese da affrontare. E' possibile, per chi lo desidera, pernottare con le proprie tende all'interno dello spazio AGRIFANS nella notte tra sabato 22 e domenica 23 settembre. Nel caso siete pregati di comunicarcelo la più presto all'indirizzo: adesione@nof35.org