(Calabria) 6 settembre, la Calabria in piazza!
La Calabria in piazza
I lavoratori, i precari, i disoccupati, i cittadini il 6 settembre in piazza Italia a Lamezia Terme, contro la manovra del governo!
Non è più tempo di ritardare, né tanto meno di sprecare inutili speranze dietro i falsi aggiustamenti della manovra: cambiano i conti, ma non i pagatori!!
Il Governo ha nuovamente individuato la “cassa continua” dove prelevare i soldi: i cittadini di questo Paese.
La USB chiama a raccolta tutti i cittadini e lavoratori per uno sciopero generale con manifestazione regionale della Calabria a Lamezia Terme, in piazza Italia adiacente la stazione ferroviaria centrale.
SCIOPERO:
· contro le manovre del Governo di luglio, agosto;
· contro le politiche dell'Unione europea che tutelano gli interessi di banche e finanza e che vogliono far pagare la crisi ai lavoratori, ai pensionati, ai disoccupati e ai precari;
· contro il patto sociale e l'attacco ai diritti dei lavoratori, che la stessa Cgil ha avallato con l'accordo del 28 giugno (a sua “insaputa“ evidentemente, visto che ha proclamato uno sciopero contro se stessa e gli accordi firmati) e con l'appello al Governo sottoscritto sempre dalla Cgil, assieme a Cisl, Uil, Confindustria e Banche.
Occorre ritirare questa manovra che colpisce in modo ancor più pesante i lavoratori dipendenti e i futuri pensionati, e l’universalità dei cittadini che usufruiranno sempre di meno servizi sul territorio.
In Calabria il problema è ancora più drammatico se si pensa che il governatore ritiene di risolvere i problemi della regione, sottraendosi al confronto, mentre spende i soldi pubblici non per le fasce più povere della regione, ma per finanziare con i soldi pubblici (assieme al comune di Lamezia) la visita del Papa, per tanti manifestazioni coreografiche, ma inutili, per consulenze e fotografi personali, affinché lo immortalino durante le sue uscite pubbliche.
Al governatore sembra non interessare che la scuola pubblica subirà per l’ennesima volta tagli con chiusure di altri istituti, che gli ospedali pubblici sono sempre meno attrezzati a dare risposte ai cittadini con problemi di salute, che le aziende chiudono lasciando per strada migliaia di lavoratori.
In aggiunta a tutto ciò, questa manovra: “grazia” chi in questo paese percepisce stipendi d’oro, spinge verso la politica delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni, sceglie, insomma, di colpire i deboli.
In compenso, si ammorbidiscono i tagli ai costi della politica e soprattutto non si costruisce una lotta seria contro l'evasione e non si applica alcuna patrimoniale”.
“Il governo e la Confindustria, con l'appoggio dei sindacati complici, hanno scelto la strada della lotta di classe: la loro classe, quella dei ricchi, contro i lavoratori e i pensionati. Sta a noi ricambiare con gli interessi ed iniziare una lunga e determinata mobilitazione a partire dallo sciopero generale del prossimo 6 settembre”.