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Comunicati e notizie sulla attività RdB e CUB, da giugno 2007:

Le notizie e i comunicati precedenti sono visibili nella pagina del vecchio sito, Cliccando qui

 

 

 

 

 

 

15 luglio 2007 - Corriere della Sera

Nicolais: ora gli altri accordi. Podda (Cgil): l'80% dei nostri iscritti a favore dei riconoscimenti ai più bravi
Pubblico impiego, «pagelle» per i ministeriali
Siglato il contratto di 200 mila statali. Oltre all'aumento di 101 euro, premi individuali al merito

MILANO - Obiettivi da raggiungere e premi al merito, individuale e collettivo. È la prima volta che vengono indicati e messi nero su bianco in un contratto dei dipendenti pubblici, e di quelli che forse più scontano la cattiva fama di «fannulloni», i ministeriali, due istituti che persino in alcune aziende private vengono riconosciuti solo alla dirigenza.
Ed è una novità non da poco quella contenuta nel contratto dei 200 mila lavoratori dei ministeri, siglato ieri da governo e sindacati dopo un braccio di ferro durato un anno e mezzo, risolto con la firma per un aumento medio mensile, a regime, di 101 euro, e l'introduzione dei premi individuali al merito e gratifiche ai lavoratori di quegli uffici pubblici promossi dai cittadini. Questi ultimi, che troveranno la «Carta dei diritti» affissa agli sportelli, saranno chiamati a compilare una «citizen satisfaction card», una sorta di pagella sui servizi ottenuti, cortesia compresa.
Quanto a quello che sarà chiamato il «premio per l'apporto individuale al lavoro», a tutti i lavoratori non dirigenti saranno indicati, all'inizio dell'anno, gli obiettivi da raggiungere. È facoltà del capoufficio avvisare nel corso dell'anno il dipendente che si discosta eccessivamente dall'obiettivo, ma in caso di controversia il lavoratore che pensa di aver subito un'ingiustizia può rivolgersi ai sindacati. Per il ministro per le Riforme, Luigi Nicolais, l'accordo «rappresenta il primo passo di attuazione dell'intesa sul lavoro pubblico firmata il 6 aprile tra governo e sindacati ». Ricordando la «pluralità di strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva», Nicolais si è augurato che «rapidamente possano essere chiusi gli altri contratti del pubblico impiego ». E particolarmente soddisfatti sono apparsi gli esponenti sindacali.
«Speriamo di mettere a tacere chi dice il sindacato fatica ad affrontare il tema del merito» è stato il commento del segretario Cgil della Funzione Pubblica, Carlo Podda, secondo il quale l'accordo «è un atto di giustizia nei confronti dei lavoratori che chiedono di essere valutati per le loro capacità e il loro impegno». La meritocrazia è diventata un tema cruciale per il sindacato al quale, secondo un sondaggio effettuato dalla Cgil in vista delle elezioni nelle Rsu il prossimo autunno, ha detto Podda, «qualcosa come l'80% dei lavoratori chiede di essere valutato in base al merito ». Tanto che le novità introdotte «sono anche frutto della impostazione dei sindacati », che tra l'altro hanno chiesto e ottenuto norme più stringenti per le esternalizzazioni.
Anche per il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, il contratto è una «tappa importante del processo di rinnovamento e ammodernizzazione della pubblica amministrazione previsto dal memorandum sottoscritto col governo». A contestare l'accordo sono stati le rappresentanze di base (Rdb-Cub) che non hanno firmato Come per Nicolais, l'auspicio dell'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle P.A., e di Cgil, Cisl e Uil, è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri 2 milioni di lavoratori pubblici ancora senza contratto, a cominciare da quelli della scuola.


15 luglio 2007 - Rainews 24

Firmato l'accordo per gli statali: 101 euro di aumento. Arrivano i premi al merito

E' stato firmato l'accordo per il rinnovo contrattuale degli oltre 200mila ministeriali. In arrivo un aumento medio mensile a regime di 101 euro, ma anche premi individuali al merito e gratifiche pure ai lavoratori di quegli uffici 'promossi' dai cittadini che, informati dei loro diritti attraverso la Carta degli utenti affissa nei posti di lavoro, daranno una sorta di pagella ai servizi resi.
La firma di ieri dell'Aran (che rappresenta il governo) e i sindacati giunge dopo una lunga vertenza, con un duro braccio di ferro tra Cgil, Cisl e Uil e l'Esecutivo sulle risorse da destinare ai contratti degli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici, e la proclamazione di uno sciopero generale revocato all'ultimo momento. Solo lo scorso maggio, infatti, è stato raggiunto un accordo a Palazzo Chigi, in base al quale 3,7 miliardi dovranno essere previsti in aggiunta nella prossima legge Finanziaria. Dei 101 euro di aumento, 93 euro andranno ad incrementare il salario tabellare, mentre la restante quota sara' destinata a premiare la produttività. Tra le novità anche l'individuazione del termine perentorio di 55 giorni per l'entrata in vigore del contratto anche in assenza di un pronunciamento del governo o della Corte dei conti. Pertanto, i primi aumenti dovrebbero arrivare ai ministeriali a settembre.
Quello di ieri è il primo accordo firmato della stagione contrattuale 2006-2007 per la parte economica e 2006-2009 per quella normativa. L'auspicio ora il ministro per le Riforme Luigi Nicolais, dell'Aran e dei sindacati è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri lavoratori pubblici, oltre 2 milioni, che ancora non hanno il contratto, a cominciare da quelli della scuola. "Nel contratto - ha commentato Nicolais - sono previsti una pluralità di strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva e consentire adeguati riconoscimenti ai dipendenti più meritevoli. Mi auguro che rapidamente si possano chiudere gli altri contratti del pubblico impiego".
Soddisfatti anche i sindacati. Per Carlo Podda (Fp-Cgil), è un contratto "innovativo" che da' concretezza alla parola "produttivita"' al di là delle "sterili polemiche" passate. E anche secondo il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, il contratto è una "tappa importante del processo di rinnovamento e ammodernizzazione della pubblica amministrazione previsto dal memorandum sottoscritto col governo". A contestare l'accordo è invece la Federazione delle rappresentanze di base del pubblico impiego (Rdb-Cub) che ha deciso di non firmarlo.


15 luglio 2007 - Il Mattino

Statali, via libera ad aumenti e premi
Oltre 200mila i dipendenti interessati agli scatti in vigore da settembre Nicolais: primo passo
di ALESSANDRA CHELLO

Via. Ora l’accordo è ufficiale. Con tanto di firma tra i sindacati e il governo. Gli statali hanno il loro contratto. Rinnovato di zecca. E così per gli oltre 200mila ministeriali è in arrivo una busta paga più pesante. L’aumento medio mensile a regime sarà di 101 euro. Non solo. Scatteranno anche una serie di premi individuali al merito per quei lavoratori degli uffici promossi dai cittadini. Una sorta di gratificazione per il miglior servizio. Proprio come accade già da tempo in America. La faccenda funziona così: gli utenti saranno informati dei loro diritti attraverso una Carta specifica che sarà affissa nei posti di lavoro. E in base alla qualità, alla cortesia e all’efficienza del servizio daranno una sorta di pagella che poi farà scattare un premio in euro a chi se lo sarà conquistato. L’accordo arriva dopo una lunga vertenza, con un duro braccio di ferro tra Cgil, Cisl e Uil e l’Esecutivo sulle risorse da destinare ai contratti degli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici. Un tira e molla con nel mezzo anche la proclamazione di uno sciopero generale revocato all’ultimo momento. Solo lo scorso maggio, infatti, è stata raggiunta un’intesa a Palazzo Chigi, in base alla quale 3,7 miliardi dovranno essere previsti in aggiunta nella prossima legge Finanziaria. Dei 101 euro di aumento, 93 euro andranno ad incrementare il salario tabellare, mentre la restante quota sarà destinata a premiare la produttività. Tra le novità anche l’individuazione del termine perentorio di 55 giorni per l’entrata in vigore del contratto anche in assenza di un pronunciamento del governo o della Corte dei conti. Pertanto, i primi aumenti dovrebbero arrivare ai ministeriali a settembre. Quello di ieri è il primo accordo firmato della stagione contrattuale 2006-2007 per la parte economica e 2006-2009 per quella normativa. L’auspicio ora del ministro per le Riforme Luigi Nicolais, dell’Aran e dei sindacati è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri lavoratori pubblici, oltre 2 milioni, che ancora non hanno il contratto, a cominciare da quelli della scuola. «Nel contratto - ha commentato Nicolais - sono previsti una pluralità di strumenti volti a valutare le prestazioni e consentire adeguati riconoscimenti ai dipendenti più meritevoli. Mi auguro che rapidamente si possano chiudere gli altri contratti del pubblico impiego». Soddisfatti anche i sindacati. Per Carlo Podda (Fp-Cgil), è un contratto «innovativo» che dà concretezza alla parola «produttività». E anche secondo il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, il contratto è una «tappa importante del processo di rinnovamento della pubblica amministrazione previsto dal memorandum sottoscritto col governo». A contestare l’intesa è invece la Federazione delle rappresentanze di base del pubblico impiego (Rdb-Cub) che ha deciso di non firmarlo.


15 luglio 2007 - Il Piccolo

Aran e sindacati firmano l’accordo
Premi al merito e 101 euro d’aumento per i ministeriali

ROMA - È stato firmato l'accordo per il rinnovo contrattuale degli oltre 200mila ministeriali. In arrivo un aumento medio mensile a regime di 101 euro, ma anche premi individuali al merito e gratifiche pure ai lavoratori di quegli uffici «promossi» dai cittadini che, informati dei loro diritti attraverso la Carta degli utenti affissa nei posti di lavoro, daranno una sorta di pagella ai servizi resi.
La firma di ieri dell'Aran (che rappresenta il governo) e i sindacati giunge dopo una lunga vertenza, con un duro braccio di ferro tra Cgil, Cisl e Uil e l'esecutivo sulle risorse da destinare ai contratti degli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici, e la proclamazione di uno sciopero generale revocato all'ultimo momento.
Solo lo scorso maggio, infatti, è stato raggiunto un accordo a Palazzo Chigi, in base al quale 3,7 miliardi dovranno essere previsti in aggiunta nella prossima legge Finanziaria. Dei 101 euro di aumento, 93 euro andranno ad incrementare il salario tabellare, mentre la restante quota sarà destinata a premiare la produttività.
Tra le novità anche l'individuazione del termine perentorio di 55 giorni per l'entrata in vigore del contratto anche in assenza di un pronunciamento del governo o della Corte dei conti. Pertanto, i primi aumenti dovrebbero arrivare ai ministeriali a settembre.
Quello di ieri è il primo accordo firmato della stagione contrattuale 2006-2007 per la parte economica e 2006-2009 per quella normativa. L'auspicio ora del ministro per le Riforme Luigi Nicolais, dell'Aran e dei sindacati è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri lavoratori pubblici, oltre 2 milioni, che ancora non hanno il contratto, a cominciare da quelli della scuola.
«Soddisfatti anche i sindacati. Per Carlo Podda (Fp-Cgil), è un contratto «innovativo» che dà concretezza alla parola «produttività» al di là delle «sterili polemiche» passate.
E anche secondo il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, il contratto è una «tappa importante del processo di rinnovamento e ammodernizzazione della pubblica amministrazione previsto dal memorandum sottoscritto col governo».
A contestare l'accordo è invece la Federazione delle rappresentanze di base del pubblico impiego (Rdb-Cub) che ha deciso di non firmarlo.


15 luglio 2007 - Il Tirreno

L’accordo riguarda i duecentomila ministeriali ma potrebbe fare da apripista
Statali, firmato il contratto
101 euro al mese e premi al merito. Ora resta la scuola. Gli aumenti dovrebbero scattare a settembre. Sindacati soddisfatti

ROMA - E’ stato firmato l’accordo per il rinnovo contrattuale degli oltre 200mila ministeriali. In arrivo un aumento medio mensile a regime di 101 euro, ma anche premi individuali al merito e gratifiche anche ai lavoratori di quegli uffici "promossi" dai cittadini che, informati dei loro diritti attraverso la Carta degli utenti affissa nei posti di lavoro, daranno una sorta di pagella ai servizi resi. La firma di dell’Aran (che rappresenta il governo) e dei sindacati giunge dopo una lunga vertenza, con un duro braccio di ferro tra Cgil, Cisl e Uil e l’Esecutivo sulle risorse da destinare ai contratti degli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici, e la proclamazione di uno sciopero generale revocato all’ultimo momento.
Solo lo scorso maggio, infatti, è stato raggiunto un accordo a Palazzo Chigi, in base al quale 3,7 miliardi dovranno essere previsti in aggiunta nella prossima legge Finanziaria. Dei 101 euro di aumento, 93 euro andranno ad incrementare il salario tabellare, mentre la restante quota sarà destinata a premiare la produttività. Tra le novità anche l’individuazione del termine perentorio di 55 giorni per l’entrata in vigore del contratto anche in assenza di un pronunciamento del governo o della Corte dei conti. Pertanto, i primi aumenti dovrebbero arrivare ai ministeriali a settembre.
Si tratta del primo accordo firmato della stagione contrattuale 2006-2007 per la parte economica e 2006-2009 per quella normativa. Ora l’auspicio di governo e sindacati è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri lavoratori pubblici, oltre 2 milioni, che ancora non hanno il contratto, a cominciare da quelli della scuola. «Nel contratto - ha commentato Nicolais - sono previsti una pluralità di strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva e consentire adeguati riconoscimenti ai dipendenti più meritevoli. Mi auguro che rapidamente si possano chiudere gli altri contratti del pubblico impiego». Soddisfatti anche i sindacati. Per Carlo Podda (Fp-Cgil), è un contratto «innovativo» che dà concretezza alla parola «produttività». A contestare l’accordo le sigle autonome Rdb-Cub che hanno deciso di non firmarlo.


15 luglio 2007 - Giornale di Vicenza/Brescia Oggi/Arena

CONTRATTI. Soddisfatti Aran e sindacati
Statali, siglato l’accordo per i ministeriali

ROMA - Ieri alle 19 è arrivata la firma dell’accordo per il rinnovo contrattuale degli oltre 200.000 ministeriali. L’intesa tra Aran e sindacati prevede un aumento medio di 101 euro a regime: di questi, 93 andranno ad incrementare il salario tabellare, la restante quota sarà destinata a premiare la produttività. I premi saranno dati agli uffici «promossi» dai cittadini. Arrivano anche premi al merito individuale.
Si tratta del primo contratto degli statali, interessa il biennio economico 2006-2007 e il quadriennio normativo 2006-2009. La firma segue a una lunga vertenza tra governo e Cgil, Cisl e Uil, con un duro braccio di ferro sulle risorse da destinare ai contratti pubblici. Solo in maggio le parti hanno trovato un accordo a Palazzo Chigi, in base al quale la prossima Finanziaria dovrà prevedere 3,7 miliardi in più per il settore pubblico.
Un’altra novità di questa stagione contrattuale, che interessa oltre tre milioni di lavoratori, è l’individuazione di un termine di 55 giorni per l’entrata in vigore dell’accordo anche in assenza di un pronunciamento del governo o della Corte dei conti. Restano ancora senza contratto oltre due milioni di dipendenti pubblici, tra i quali quelli della scuola, Inps, Inail, Inpdap, delle agenzie fiscali, della sanità, degli enti locali, della presidenza del consiglio.
Il segretario della Fp-Cgil, Carlo Podda, esprime soddisfazione: «L’accordo è significativo per i lavoratori ministeriali, ma rappresenta un punto di riferimento anche per gli altri comparti». «Speriamo», ha auspicato, «che questa firma porti a un rapido volgimento dell’intera stagione contrattuale». Il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco: «Sono importanti il nuovo ordinamento professionale, la costituzione di un fondo per premiare la produttività individuale e collettiva».
«La conclusione del negoziato consente di guardare con ottimismo ai prossimi impegni per gli altri comparti, primo dei quali quello della scuola, afferma l’Aran. Interviene anche il ministro per le riforme, Luigi Nicolais, soddisfatto: «L’accordo prevede strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva e a consentire adeguati riconoscimenti ai dipendenti più meritevoli». A contestare l’accordo è invece la Federazione delle rappresentanze di base del pubblico impiego (Rdb-Cub) che non ha firmato.


15 luglio 2007 - La Voce d'Italia

Tra gli altri contratti da chiudere rimane quello del comparto scuola
Statali, firmato l'accordo. 100 euro di aumento
Il nuovo contratto degli Statali prevede anche premi di produttività. Soddisfatti i sindacati
di Alessandro Sichera

Roma - E' stato firmato l'accordo per il rinnovo del contratto degli statali: a regime, 101 euro di aumento medio mensile per gli oltre 200 mila ministeriali, ma anche premi individuali e gratifiche pure ai lavoratori di quegli uffici "promossi" dai cittadini i quali, informati dei loro diritti atraverso la Carta degli utenti affissa nelle bacheche dei luoghi di lavoro, daranno una sorta di valutazione ai servizi resi.
La firma di ieri tra l'Aran (l'agenzia che rappresenta il governo) e le confederazioni sindacali arriva dopo una lunga vertenza con l'Esecutivo sulle risorse da destinare ai contratti degli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici, e la proclamaione di uno sciopero revocato all'ultimo momento. Già a maggio, infatti, Palazzo Chigi aveva raggiunto raggiunto un accordo che prevedeva 3,7 miliardi in più nella prossima legge Finanziaria: dei 101 euro di aumento, 93 andranno ad incrementare il salario tabellare e la restante quota sarà destinata a premiare la produttività. Quello di ieri è il primo accordo firmato della stagione contrattuale 2006-2007 per la parte economica e 2006-2009 per quella normativa. Ora, dunque, l'asuspicio per il ministro per le Riforme Luigi Nicolais, l'Aran e i sindacati è che le trattative si concludano anche per gli altri lavoratori del settore pubblico, oltre 2 milioni, che ancora non hanno il contratto, a cominciare dal comparto scuola.
"Nel contratto - ha commentato Nicolais - sono previsti una pluralità di strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva e consentire adeguati riconoscimenti ai dipendenti più meritevoli. Mi auguro che rapidamente si possano chiudere gli altri contratti del pubblico impiego."
Soddisfatti anche i sindacati che parlano di "contratto innovativo" e di "concretezza alla parola produttività". A contestare l'accordo è invece la Federazione delle rappresentanze di base del pubblico impiego (Rdb-Cub) che ha deciso di non firmarlo.


STATALI: RDB CUB, FORTE PREOCCUPAZIONE,CONSULTARE LAVORATORI

(ANSA) - ROMA, 14 LUG - Forte preoccupazione per i processi di esternalizzazione e privatizzazione delle attività dei ministeri viene espressa dalla Rdb Cub che non ha oggi firmato l'accordo per il rinnovo dei dipendenti dei ministeri e che annuncia che assumerà le decisioni dopo aver consultato i lavoratori. «Rdb Cub - è scritto in un comunicato - a conclusione della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per il comparto ministeri esprime forte preoccupazione per l'evidente tentativo dei contenuti del contratto di limitare fortemente la funzione e la presenza del sindacato in particolare sui processi di esternalizzazione, privatizzazione e mobilità quindi proprio quei processi finalizzati allo smantellamento della pubblica amministrazione in seguito alla sottoscrizione da parte di Cgil, Cisl e Uil del memorandum». Rdb Cub - prosegue la nota - «sottoporrà alla consultazione dei lavoratori del comparto il testo definitivo dell'accordo dopo il vaglio della Corte dei Conti sulla base dell'esito di quella consultazione Rdb Cub assumerà le decisioni relative alla sottoscrizione del contratto».

STATALI: 101 EURO D'AUMENTO, ARRIVANO PREMI AL MERITO
LA CARTA DEI DIRITTI DEGLI UTENTI E LE PAGELLE DEI CITTADINI
di Lucia Manca

(ANSA) - ROMA, 14 LUG - È stato firmato l'accordo per il rinnovo contrattuale degli oltre 200mila ministeriali. In arrivo un aumento medio mensile a regime di 101 euro, ma anche premi individuali al merito e gratifiche pure ai lavoratori di quegli uffici 'promossì dai cittadini che, informati dei loro diritti attraverso la Carta degli utenti affissa nei posti di lavoro, daranno una sorta di pagella ai servizi resi. La firma di oggi dell'Aran (che rappresenta il governo) e i sindacati giunge dopo una lunga vertenza, con un duro braccio di ferro tra Cgil, Cisl e Uil e l'Esecutivo sulle risorse da destinare ai contratti degli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici, e la proclamazione di uno sciopero generale revocato all'ultimo momento. Solo lo scorso maggio, infatti, è stato raggiunto un accordo a Palazzo Chigi, in base al quale 3,7 miliardi dovranno essere previsti in aggiunta nella prossima legge Finanziaria. Dei 101 euro di aumento, 93 euro andranno ad incrementare il salario tabellare, mentre la restante quota sarà destinata a premiare la produttività. Tra le novità anche l'individuazione del termine perentorio di 55 giorni per l'entrata in vigore del contratto anche in assenza di un pronunciamento del governo o della Corte dei conti. Pertanto, i primi aumenti dovrebbero arrivare ai ministeriali a settembre. Quello di oggi è il primo accordo firmato della stagione contrattuale 2006-2007 per la parte economica e 2006-2009 per quella normativa. L'auspicio ora il ministro per le Riforme Luigi Nicolais, dell'Aran e dei sindacati è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri lavoratori pubblici, oltre 2 milioni, che ancora non hanno il contratto, a cominciare da quelli della scuola. «Nel contratto - ha commentato Nicolais - sono previsti una pluralità di strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva e consentire adeguati riconoscimenti ai dipendenti più meritevoli. Mi auguro che rapidamente si possano chiudere gli altri contratti del pubblico impiego». Soddisfatti anche i sindacati. Per Carlo Podda (Fp-Cgil), è un contratto «innovativo» che dà concretezza alla parola «produttività» al di là delle «sterili polemiche» passate. E anche secondo il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, il contratto è una «tappa importante del processo di rinnovamento e ammodernizzazione della pubblica amministrazione previsto dal memorandum sottoscritto col governo». A contestare l'accordo è invece la Federazione delle rappresentanze di base del pubblico impiego (Rdb-Cub) che ha deciso di non firmarlo.

Statali: Nicolais soddisfatto, premi ai piu' meritevoli
I sindacato auspicano rapida conclusione di altre trattative

(ANSA) - ROMA, 14 LUG - Il ministro per le riforme, Luigi Nicolais, e' soddisfatto per la firma del rinnovo contrattuale dei lavoratori dei ministeri. 'Questo accordo - ha rilevato - rappresenta il primo passo di attuazione dell'intesa sul lavoro pubblico firmata il 6 aprile tra governo e sindacati. Nel contratto sono previsti una pluralita' di strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva e consentire adeguati riconoscimenti ai dipendenti piu' meritevoli'. 'La positiva conclusione del negoziato consente di guardare con ottimismo ai prossimi impegni per gli altri comparti, primo dei quali quello della scuola, le cui trattative sono attualmente in corso'. E' una delle indicazioni fornite dall'Aran nel comunicato nel quale riporta i dettagli dell'accordo. Tutte le sigle sindacali esprimono soddisfazione per il risultato, ad eccezione della Rdb-Cub - non ha firmato, rinviando la decisione a dopo la consultazione con i lavoratori - che vede con forte preoccupazione 'i processi di esternalizzazione e privatizzazione delle attivita' dei ministeri'.


27 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Pubblico Impiego

CONTRATTI PUBBLICO IMPIEGO:
LA CORTE DEI CONTI DA’ I NUMERI
Nello stesso calderone tutte le varie tipologie di personale presente nel comparto

La Corte dei Conti, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato, denuncia che il rinnovo dei contratti pubblici per il biennio 2004-2005 ha comportato un aumento complessivo dei redditi superiore all’inflazione sfiorando incrementi del 9% e, nel contempo, non si è verificata alcuna significativa riduzione delle unità lavorative facendo così saltare i conti sugli effetti economici dei rinnovi contrattuali.
Per cui, secondo il relatore della Corte dei Conti Balsamo, bisogna cambiare il metodo con cui determinare le risorse per i rinnovi contrattuali: riduzione degli incrementi retributivi e il loro aggancio all’incremento della produttività.
Premesso che gli incrementi contrattuali del passato biennio economico (come del resto anche quelli che verranno nell’attuale) sono arrivati dopo due anni dalla scadenza del contratto e sotto forma di arretrati che hanno gravato in modo non corretto sui conti del 2006, i costi del personale del Pubblico Impiego non possono essere valutati gettando nel calderone tutte le varie tipologie di personale presente nel comparto.
Su un totale di 2.250.000 dipendenti pubblici il personale contrattualizzato rappresenta il 78,4% e incide per il 76,4% sui costi del personale pubblico mentre quello non contrattualizzato (Polizia, Forze Armate, Magistratura, Diplomatici e Prefetti) conta per il 21,6% del personale e incide nei costi per il 23,6%.
Salta agli occhi in questo quadro il peso della magistratura che a fronte di 10.627 unità (pari allo 0,5% del personale totale) ha un costo di 1.609.395.712 euro (pari all’1,5% dei costi per il personale pubblico).
Quanto all’andamento del personale dobbiamo registrare una diminuzione complessiva del personale contrattualizzato, che negli 2001-2005 ha subito una contrazione di 24.099 unità con punte di 14.961 unità in meno nei comparti Ministeri, Presidenza del Consiglio e Agenzie Fiscali; mentre per il personale non contrattualizzato assistiamo ad un incremento di 17.625 unità nello stesso periodo.
Queste considerazioni, per quanto superficiali e limitate, dovrebbero indurre la Corte dei Conti a correggere il tiro rispetto ai (cattivi) "consigli" per i rinnovi contrattuali e la gestione del personale. I carichi di lavoro per effetto della riduzione del personale contrattualizzato sono già alti nei comparti pubblici; la presenza di precari nella pubblica amministrazione ha raggiunto livelli inusitati (245.431 nel 2005 secondo la Ragioneria Generale dello Stato) mentre invece si dovrebbe procedere alla stabilizzazione per tutti. Per quanto poi riguarda le retribuzioni, è innegabile la perdita del potere di acquisto dei salari pubblici, che in assenza di qualsiasi meccanismo di adeguamento all’inflazione sono ormai sulla soglia di povertà.


27 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB P.I. Università

Sottoscritto oggi da governo, Cgil-Cisl-Uil e "autonomi"il Memorandum per Scuola, Università e Ricerca
MA QUALE RILANCIO…. SOLO CHIACCHIERE ED UNA CERTEZZA:
I lavoratori sorvegliati speciali, precari fermi un altro giro...!

In silenzio e in tutta fretta governo e confederali (con relativo codazzo di "autonomi") hanno sottoscritto un Memorandum anche per Scuola, Università e Ricerca.
Non convocata la Federazione RdB/CUB, che non hai condiviso e non ha sottoscritto il Memorandum di smantellamento della pubblica amministrazione e dei contratti di lavoro dei dipendenti pubblici dello scorso 6 aprile 2007 !
Anche in questo Memorandum vengono ribaditi due vincoli all'azione del sindacato (ambedue accettati dai sindacati confederali e "autonomi" con la firma): i lavoratori pubblici vanno sottoposti a sorveglianza speciale, i sindacati si fanno parte diligente nel sostenere contrattualmente il governo in questa opera di "risanamento della pubblica amministrazione" !
In quanto ai progetti di riorganizzazione della pubblica amministrazione e più ancora ai promessi progetti di rilancio del sistema scuola, Università e Ricerca Pubblica solo chiacchiere e tanta ipocrisia moralizzatrice: non una parola né sugli investimenti necessari per tirar fuori dal coma il settore, non una parola sui guasti di vent'anni di "riforme" privatizzatrici e autonomistiche...
Per i lavoratori: non una parola sul blocco di fatto delle assunzioni tecnico-amministrative, della stabilizzazione negata dei precari in base alla direttiva Nicolais, del blocco del salario e della contrattazione integrativa...!
Invece molte le false promesse e chiacchiere sulla "programmazione" degli organici ma nessun intervento a riequilibrio degli organici e dei salari falcidiati da anni di blocco delle assunzioni e di riduzioni delle piante organiche, da una politica sistematica e programmatica di rinnovi a contratti scaduti da anni...
Ultima e ancora più grave questione, quella del precariato per i quali governo, confederali e "autonomi" sottoscrivono tante belle raccomandazioni e l'intento di lotta condivisa al precariato, ma nessun impegno concreto... ! A questo punto non capiamo a cosa serve l’iniziativa nazionale del 3 luglio sul precariato di Cgil-Cisl-Uil .......se non a prender per i fondelli i precari !!
RdB/CUB Università chiama i lavoratori universitaria alla vigilanza contro una politica governativa e confederale che nega ogni sostegno al rilancio dell'Università Pubblica e attacca i lavoratori nella loro dignità, nei loro diritti e nei loro salari ! Non è finita qui !

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18 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Università

Le ultime dell’agenda sindacale di RdB Università:
Le RdB chiedono il rilancio di Universita’ e Ricerca Pubblica,
una settimana di tempo per l’avvio del confronto con Mussi

 

Sostenuta dal presidio dei lavoratori, il 15 maggio la delegazione di RdB Università e USI RdB Ricerca è stata ricevuta dal vice capo gabinetto, dott.ssa Valeria Ianniello e dal Direttore Generale, Dott. Antonello Masia.
I due rappresentanti del ministro hanno dichiarato di condividere in linea di massima le rivendicazioni per maggiori investimenti nel sistema dell’Università e della Ricerca Pubblica. A tal fine la RdB Università ha riproposto l’esclusione dell’IRAP per l’Università e gli Enti di Ricerca ed ha chiesto un intervento urgente nell’applicazione della direttiva Nicolais per la stabilizzazione dei precari universitari (circa 50.000 tra personale t-a e ricercatori precari), lo sblocco dei fondi per le contrattazioni integrative, l’avvio di procedure per il rinnovo del CCNL e interventi mirati alla questione dei lavoratori dei Policlinici o comunque operanti nelle strutture sanitarie.
La delegazione ha sollevato la ridefinizione dell’autonomia universitaria che ha portato all’aziendalizzazione degli atenei, attraverso privatizzazioni ed esternalizzazioni, (fondazioni, spin-off ecc.). Una autonomia che mortifica il carattere pubblico dell’università e della ricerca e determina disomogeneità nei diritti dei lavoratori.
E’ stato sottolineato l’accordo del 6 aprile, con il quale il ministro si è impegnato a confrontarsi con le parti sociali in vista del DPEF, per il rilancio di scuola, università e ricerca e in una logica diversa da quella che informa il Memorandum.
Le RdB pretendono risposte in tempi rapidi.
La dott.ssa Iannello, prendendo atto delle rivendicazioni sollevate, ha invitato la delegazione a puntualizzare le "proposte" e si è impegnata a comunicare entro una settimana l’avvio del confronto.


16 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB P.I. Ministeri

VOGLIAMO UN CONTRATTO VERO
Nel quadro delle iniziative che i lavoratori del comparto ministeri stanno attuando, sono previste nei prossimi giorni assemblee dei lavoratori degli uffici statali nelle città di Napoli,Bologna,Torino.

La RdB del comparto ministeri continua la mobilitazione perché la trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto ministeri intrapresa dal 29 maggio scorso, dopo lo scellerato accordo sottoscritto la sera precedente da Governo e cgil, cisl e uil, vuole portare i lavoratori dei ministeri ad un arretramento generale delle condizioni di vita e di lavoro. L’attacco è portato avanti parallelamente sia sul piano salariale sia sul piano dei diritti con la complicità anche di quei sindacati che con il governo precedente assunsero un atteggiamento di rivendicazione politica e sociale.
Per quanto riguarda la parte economica, è stato accettato,dai sindacati concertativi, un protocollo d’intesa contenente un irrisorio aumento salariale relativo al biennio 2006-2007, considerata la forte perdita del potere di acquisto dei salari subita negli ultimi anni, che prevede, come dicevamo nei comunicati precedenti, la vacanza contrattuale per il 2006, il grosso degli incrementi dal 2007, che dovranno essere approvati con la finanziaria 2008 e una parte di questo incremento finirà nel salario accessorio da utilizzare secondo i criteri previsti dal memorandum. Tutto ciò in cambio di una triennalizzazione del contratto, anche se da dichiarazioni di dirigenti di CGIL, CISL e UIL viene negata ogni modifica dell’assetto contrattuale. Si tratta del classico oste che elogia il proprio vino; si tratta degli stessi sindacati che hanno fatto passare la riforma Dini come una conquista per i lavoratori; l’abolizione della scala mobile e degli scatti automatici, relativi ad ogni biennio, necessari per la ripresa dell’economia nazionale poiché era da questi meccanismi che derivava l’inflazione, niente di più falso.
Sul piano dei diritti si vuole mettere mano, in modo peggiorativo, all’attuale ordinamento professionale che avrebbe dovuto sanare, con i passaggi all’interno delle aree e tra le aree, il decennale problema del mansionismo ma che, invece, ha visto soltanto il 30 % dei lavoratori usufruire di questi percorsi di riqualificazione, mentre il 70 % è rimasto al palo, tra cui il ministero di Giustizia dove non c’è stato un lavoratore, uno, che è stato destinatario di un avanzamento di livello. L’ordinamento proposto dall’ARAN prevede il mantenimento delle tre Aree e l’aumento delle posizioni economiche all’interno delle stesse,mentre CGIL, CISL e UIL vogliono aumentare ulteriormente le posizioni economiche. Ecco perché è necessario continuare la mobilitazione!
Dobbiamo continuare le assemblee sui posti di lavoro
perché è determinante la presa di coscienza di tutti i lavoratori. Perché questo sta avvenendo, nelle centinaia di assemblee che stiamo tenendo nei vari ministeri emerge dagli interventi dei lavoratori quanto sono incazzati considerando che sono oltre cento mila i lavoratori che non hanno visto una progressione di carriera e di conseguenza una progressione economica. Per quanto riguarda l’ordinamento professionale due cose vanno fatte immediatamente: una sanatoria rivendicando un passaggio di livello per gli oltre centomila lavoratori che sono stati esclusi dalla lotteria dei percorsi e l’eliminazione dell’area A, considerato che nel comparto parastato si va verso l’eliminazione dell’area A e B. Inoltre, si dovrà prevedere l’eliminazione di quelle assurdità e discrasie, per esempio, che pongono su tre diverse posizioni economiche,all’interno di due diverse Aree lavoratori che svolgono la stessa funzione quali: il personale ispettivo del Ministero del Lavoro, i cancellieri e gli ufficiali giudiziari del Ministero della Giustizia e il personale ispettivo della Motorizzazione Civile.
E’ necessario continuare la mobilitazione per contrastare questi nefasti disegni previsti dal contenuto di questo rinnovo contrattuale, e quelli relativi alle modifiche degli attuali assetti istituzionali dei ministeri legati al trasferimento delle competenze e del personale come è il caso del ministero del Tesoro, dove è prevista la chiusura di circa 80 uffici periferici, il trasferimento delle competenze relative alle commissioni mediche di verifica e del personale delle stesse commissioni. Dobbiamo evitare che si inneschi per i lavoratori degli uffici periferici un processo di mobilità che li vedrebbe, soprattutto per quanto concerne i livelli bassi, in una posizione subalterna –da ultimi arrivati- penalizzati anche dal fatto che da trent’anni sono inquadrati, magari, in B1 e in B2.
Allo stesso modo è prevista la chiusura degli uffici periferici della Motorizzazione; modifiche sono previste per il ministero dei Beni Culturali il cui Ministro certamente vorrà ulteriormente incentivare la privatizzazione della cultura e meccanismi quali il conto terzi; per il ministero dello Sviluppo Economico, il cui Ministro non perde occasione per rivendicare di aver fatto più privatizzazioni e liberalizzazioni rispetto all’ex governo, e certamente apporterà modifiche volte a privilegiare le imprese. Allo stesso modo, avviene attualmente con la vigilanza alle società cooperative che da anni, dopo quella scellerata scelta, fatta a suo tempo, di togliere la competenza al Ministero del Lavoro che aveva un corpo ispettivo dislocato su tutto il territorio nazionale, non si garantisce più la tutela dei diritti dei soci di cooperative e dei lavoratori, soprattutto in questa fase di imbarbarimento delle condizioni di lavoro derivanti dall’esternalizzazione dei servizi che vedono i lavoratori e i soci delle cooperative lavorare senza diritti e con salari da fame. Bisogna prevedere il diritto alla perequazione perché non può essere che all’interno dello stesso ministero ci siano lavoratori inquadrati nella stessa posizione economica ma con diversa retribuzione.
Perciò siamo convinti che non rappresentiamo assolutamente un costo per la società bensì una risorsa a tutela del servizio pubblico che necessariamente deve rimanere pubblico per garantire ai cittadini ed ai lavoratori l’esercizio dei propri diritti in tutti i campi, dal lavoro alla sicurezza sui posti di lavoro, alla salute, all’istruzione,ecc.- vogliamo garantire ai cittadini servizi idonei, anche per questo continueremo a lottare oltre che per rivendicare e salvaguardare il nostro sacrosanto diritto ad un salario adeguato al costo della vita e ad un avanzamento di carriera poiché non è pensabile che un lavoratore resti inchiodato trenta anni allo stesso livello di inquadramento.
Continueremo la mobilitazione e le assemblee non solo sui posti di lavoro, ma ci attiveremo anche con assemblee cittadine di comparto a cominciare dalle città di Napoli, Torino, Bologna per spiegare la portata dell’attacco – saranno assemblee alle quali parteciperanno i lavoratori di tutti i ministeri presenti sul territorio – per determinare rapporti di forza maggiori consapevoli che l’attacco avviene su un piano più generale da parte di questo governo, di Confindustria e dei poteri delle banche che in modo sempre più arrogante lavorano per ridurre i costi, tagliare ed esternalizzare servizi, privatizzare la previdenza rubando il TFR ai lavoratori privati e quanto prima anche ai pubblici dipendenti. Una buona occasione per aumentare i rapporti di forza è rappresentata certamente dalle elezioni delle RSU che ci saranno nel mese di novembre prossimo, pertanto, è necessario che i lavoratori che condividono il progetto delle RdB si candidino nelle liste che presenteremo su tutti i posti di lavoro.
Bisogna dire basta ed alzare la testa poiché non contrastando questi processi governo, confindustria e poteri finanziari si sentiranno in diritto di togliere ai lavoratori non solo diritti e salario ma anche la dignità.


16 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB MEF

Ministero Economia e Finanze
Approvato lo smantellamento

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 10,10 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta.
Il Consiglio ha approvato tre schemi di regolamenti di riorganizzazione (sui quali verrà acquisito il parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari) concernenti i Dicasteri dell’economia e finanze , per i beni e le attività culturali e delle infrastrutture. Si tratta dell’applicazione di quanto previsto dalla legge finanziaria 2007 (comma 404) al fine di razionalizzare e ottimizzare spese e costi di funzionamento dei Ministeri. Con questi regolamenti, che riorganizzano gli uffici, riducono gli organismi di analisi, consulenza e studio, razionalizzano le dotazioni di personale, il Governo dà attuazione concreta a quanto previsto nel programma, secondo un articolato disegno di risparmio e di innovazione.
Su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze:
- nomina della dott.ssa Giuseppina BAFFI a Capo del Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi del Tesoro.

Quindi, lo smantellamento del Ministero dell'Economia e delle Finanze è stato approvato dal Consiglio dei Ministri n. 55 del 15 giugno 2007.
Si mette in opera il primo atto del progetto, partorito dal Ministro Tommaso Padoa Schioppa, del taglio delle strutture periferiche, della revisione di quelle centrali, dell'espulsione dei lavoratori e della privatizzazione dei servizi erogati alla cittadinanza, quale obiettivo centrale da raggiungere per il contenimento della spesa e per la riduzione del deficit pubblico.
Insomma, che vi siano 270 miliardi di euro di evasione fiscale, pari al 19,2% del PIL, poco importa.
Per il governo e per il Ministro Tommaso Padoa Schioppa, il risanamento e lo sviluppo del paese, trovano significato a partire proprio dalla destrutturazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze e dall'assunzione a modello, per la futura Pubblica Amministrazione, dell'impresa e del profitto, tra le quali spicca quello delle banche.
E proprio da quel sistema bancario, così sotto accusa negli ultimi anni, che il Ministro Tommaso Padoa Schioppa ha "reclutato" il nuovo Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi del Tesoro del MEF, dipartimento questo, che esce notevolmente rafforzato dal regolamento di organizzazione approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il "via libera" allo schema di regolamento di organizzazione e la contestuale nomina della dott.ssa Giuseppina Baffi non sono una mera coincidenza, ma una strutturale necessità.
Di fronte ad una pesantissima ristrutturazione, all'applicazione di una politica di mobilità selvaggia del personale (oltre 2.000 lavoratori) e ad uno scenario intransigente nei confronti delle parti sociali, solo una persona di provata fiducia e proveniente da quel settore privato, potrà gestire "al meglio" l'intero processo.
Infatti, la dott.ssa Giuseppina Baffi, figlia dell'ex governatore della Banca d'Italia Paolo Baffi, è stata responsabile del Servizio Organizzazione e Risorse Umane di Mediocredito Centrale poi, capo dello staff tecnico dell'ex amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe, quindi ha assunto la guida dell'Area Risorse della banca romana, carica che ha tenuto fino ad oggi sotto la Presidenza di Cesare Geronzi.
Dopo aver aperto le porte a Capitalia consentendo alle banche del gruppo di gestire il processo generale di concessione del prestito, girovagando a llegramente nella banca dati dei dipendenti pubblici, a mettere in opera lo smantellamento del MEF e all'esternalizzazione selvaggia delle funzioni, il Ministro non può che individuare proprio in quell'ambiente, la persona più adatta.
Insomma, non solo modelli industriali da importare asservendo la pubblica amministrazione al profitto e alla rendita ma, praticare anche nelle politiche del personale, la cultura dell'impresa.
La RdB/CUB continuerà la sua battaglia in difesa della centralità dello Stato e del lavoro pubblico e ad opporsi allo smantellamento del MEF, preludio nefasto per tutta la Pubblica Amministrazione.

ADERISCI ALLE NOSTRE INIZIATIVE E RAFFORZA LE RdB CUB


15 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB P.I. Ministeri

Contratto Ministeri
SANATORIA PER TUTTI I NON RIQUALIFICATI
UN PASSAGGIO DI LIVELLO PER TUTTI
scarica il volantino

Continua la trattativa sui tavoli dell’ARAN per il contratto nazionale dei ministeri e la riunione del 14 giugno evidenzia con chiarezza che il punto fondamentale sul quale il governo non riesce a trovare l’accordo è sempre lo stesso: l’ordinamento professionale.
Nell’introduzione del presidente Avv. Massella c’è stato un riepilogo delle riunioni precedenti e, richiamando gli esiti degli incontri con la Commissione per l’ordinamento nel settembre 2004, ha avanzato la proposta di un sistema di classificazione del personale improntato ai criteri di flessibilità correlati alle esigenze connesse ai nuovi modelli organizzativi delle amministrazioni. In questo nuovo sistema classificatorio si dovrebbero prevedere tre aree con un numero di livelli che dagli attuali dieci passerebbero a quattordici e i dipendenti svolgerebbero mansioni internamente all’area di appartenenza senza inquadrare la specificità delle mansioni.
I sindacati confederali condividono l’impianto prospettato e, addirittura vogliono un maggiore numero di livelli all’interno delle aree, pertanto peggioreranno ulteriormente le condizioni dei lavoratori che da anni non si vedono riconosciute le mansioni e la professionalità acquisita, considerata la carenza cronica determinata dal blocco delle assunzioni.
La proposta dell’ARAN e quella peggiorativa dei sindacati confederali che non hanno perso l’occasione per ribadire l’importanza e l’urgenza di applicare il memorandum nel contratto che si sta definendo, diventa una mera provocazione e bisogna contrastarla con una forte mobilitazione su tutti i posti di lavoro.
La delegazione RdB P.I., nel suo intervento, oltre a sottolineare che è stata l’unica organizzazione sindacale a non sottoscrivere gli accordi della Commissione sull’ordinamento del settembre 2004, ha evidenziato con estrema chiarezza l’aumento del mansionismo provocato dal blocco delle assunzioni e il boicottaggio del tesoro rispetto ai passaggi di livello ha causato la mancata riqualificazione del 70% del personale dei Ministeri se non il blocco completo dei passaggi di livello come nel caso del Ministero della Giustizia.
UN PASSAGGIO DI LIVELLO PER TUTTI per sanare quanto accaduto fino ad oggi e riaffermare la dignità dei lavoratori, questo deve essere fatto prioritariamente e diventa ancora più urgente considerate le trasformazioni in atto, lo spacchettamento e la mobilità del personale che sarà provocata da questi provvedimenti.
I lavoratori non devono dimenticare che un ordinamento professionale come vorrebbe il governo e i sindacati confederali, unito al memorandum e alle modifiche previste nel D.lgs 165/01 provocheranno un forte danno per il mondo del lavoro nei Ministeri. annullando ogni tipo di riconoscimento economico e giuridico.
La RdB sta organizzano assemblee di comparto nelle più grandi città d’Italia e riunioni in ogni posto di lavoro con presidi presso le prefetture per dare massima informazione e contrastare questo contratto in discussione, lo smantellamento della Pubblica Amministrazione e lo scippo del TFR che presto interesserà tutti i lavoratori del pubblico impiego.

ADERISCI ALLE NOSTRE INIZIATIVE E RAFFORZA L’RdB PER AFFERMARE PIU’ DIRITTI PIU’ DIGNITA’ E PIU’ SALARIO


15 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Pubblico Impiego

PRESIDIO UNIVERSITA’ ED ENTI DI RICERCA: PIU’ FONDI AD UN SETTORE CENTRALE PER LO SVILUPPO DEL PAESE
Se il Ministro Mussi non aprirà il tavolo previsto sarà di nuovo mobilitazione

"Oggi siamo in piazza per riottenere la nostra dignità: non è possibile che un settore centrale per lo sviluppo del paese veda i fondi ridotti di anno in anno, il personale stabile invecchiare e quello precario aumentare, con i salari più bassi e le carriere più lente d'Europa", così Claudio Argentini dell'USI-RdB Ricerca durante il presidio di protesta che oltre 200 lavoratori, in rappresentanza di numerosi Atenei ed Enti di Ricerca di tutta Italia, hanno attuato questa mattina a Roma davanti al Ministero dell'Università e della Ricerca.
"Manifestiamo vestiti da monaci - continua l'esponente sindacale - a significare che ogni giorno dobbiamo fare la questua, nella disperata ricerca di fondi per continuare a svolgere la nostra attività".
A questo proposito è giunto ieri l'intervento dei Presidenti degli Enti di Ricerca, che hanno chiesto al Governo un intervento incisivo nel DEPF anche in materia di precariato.
"Come Organizzazione sindacale non possiamo che esprimere soddisfazione per l'intervento degli EPR, perché dimostra come le diverse componenti della Ricerca Pubblica sentano tutte lo stesso disagio e la stessa difficoltà di azione", conclude Argentini.
Nel corso del presidio una delegazione dell'USI-RdB ha incontrato il vice Capo di Gabinetto Dott.ssa Valeria Ianniello, che ha convenuto sull’esigenza di maggiori finanziamenti ed ha preso atto dei problemi sollevati, dal precariato alla riorganizzazione degli Enti, ad una definizione di una autonomia universitaria che non determini disomogeneità nei diritti dei lavoratori.
La delegazione ha evidenziato che il personale tecnico-amministrativo degli Atenei non solo non viene stabilizzato in base quanto previsto in Finanziaria, ma al contrario viene via via licenziato. Su questo si è chiesto l’intervento del Ministro, anche al fine di unificare tutte le procedure di stabilizzazione.
Un incontro col Ministro Fabio Mussi, da fissare prima del DPEF ed alla luce dell’accordo siglato il 6 aprile a Palazzo Chigi, che prevedeva l’apertura di un tavolo su Università e Ricerca, è stato chiesto con forza e con urgenza dall'USI-RdB. La Dott.ssa Ianniello si è impegnata a dare una risposta entro la fine della prossima settimana. Se così non fosse, l'USI-RdB proseguirà nella mobilitazione.


13 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB P.I. Università

UNIVERSITÀ E RICERCA: PRESIDIO DI PROTESTA DEI LAVORATORI CONTRO ABBANDONO DEL SETTORE
Venerdì 15 Giugno, dalle ore 10.00, davanti al Ministero dell’Università e Ricerca - Roma, Piazza Kennedy 20

Ad un anno dalle elezioni politiche si sono perse le tracce delle buone intenzioni dichiarate in campagna elettorale dall’attuale compagine governativa su Università ed Enti di Ricerca, che versano oggi in uno stato di abbandono, colpite dall’opera di smantellamento che sta investendo tutto il settore pubblico.
Mentre il Governo sostiene importanti investimenti nella ricerca privata, sia attraverso lo stanziamento di fondi aggiuntivi, sia con gli sgravi fiscali, Università ed Enti Pubblici di Ricerca continuano a vedere i propri bilanci sempre più magri. Il risultato è che gli Atenei e gli EPR per reperire fondi non trovano di meglio che rivolgersi sempre di più ai privati, favorendo la colonizzazione delle istituzioni pubbliche da parte delle imprese in settori fondamentali per lo sviluppo del paese.
A pagare per primi sono tutti i dipendenti, che continuano a svolgere il loro lavoro in condizioni estremamente difficili, mentre per i lavoratori precari è arduo prevedere una stabilizzazione in Enti con organici sempre più ridotti e con sempre meno risorse istituzionali.
Venerdì 15 giugno saranno proprio i lavoratori, stabili e precari, a lanciare il loro grido d’allarme, con un presidio di protesta che si svolgerà a partire dalle ore 10.00 davanti al Ministero dell’Università e della Ricerca, per chiedere un rilancio complessivo dei settori della Formazione e della Ricerca in vista del prossimo DPEF.


12 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB Pubblico Impiego

ACI: GRANDE SUCCESSO DELLA LOTTA DEI LAVORATORI
CHE OTTIENE LO STRALCIO DELLA ABOLIZIONE DEL PRA DAL DDL BERSANI

Stralciati dal Ddl 2272 sulle liberalizzazioni gli articoli dal 50 al 56 riguardanti l’abolizione del P.R.A., che diverranno ora materia per la Commissione Trasporti della Camera.
Le RdB-CUB considerano questo stralcio un grande successo ottenuto dalla lotta ferma e determinata di tutti i lavoratori dell’ACI, che per giorni hanno protestato in piazza Montecitorio, facendo pressione presso il Governo e trovando sensibili alle loro rivendicazioni esponenti di PdCI, PRC, SD, UDEUR e Verdi.
Per le RdB-CUB si tratta comunque dell’inizio della battaglia. Si intende proseguire con la richiesta di dimissioni del Presidente dell’ACI Lucchesi, che negli ultimi tre anni ha costantemente rifiutato il dialogo con i lavoratori, e la messa in discussione di tutti i vertici dell’ACI, che hanno dimostrato incapacità e propensione alla privatizzazione, mettendo a rischio 6.000 posti di lavoro (3.500 pubblici, 2.500 delle Società strumentali).
Il confronto andrà dunque avanti in Commissione Trasporti, il cui presidente Michele Meta ha mostrato verso le istanze del lavoratori una disponibilità che verrà verificata sul campo. Se così non fosse, i lavoratori di ACI Italia e delle collegate sono pronti a riprendere la battaglia.


11 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB P.I. Universita e Ricerca

I LAVORATORI DICONO NO
ALLO SMANTELLAMENTO DELLA P.A.
CHE COINVOLGE ANCHE UNIVERSITÀ E RICERCA
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All’opera di smantellamento di tutto quanto è pubblico non sfuggono i settori della formazione e della ricerca. Università ed Enti Pubblici di Ricerca continuano a vedere i propri bilanci sempre più magri a fronte di importanti investimenti del Governo nella ricerca privata, sia attraverso lo stanziamento di fondi aggiuntivi, sia con gli sgravi fiscali.
Una politica devastante che si concretizza con l’abbandono di quei settori pubblici che dovrebbero essere alla base dello sviluppo del Paese in termini di innovazione scientifica al servizio di tutti e di formazione delle nuove generazioni. Anche in questi settori la politica del Governo Prodi, al pari di quello che l’ha preceduto, continua a favorire le imprese che di ricerca ne fanno davvero poca e quando la fanno è diretta esclusivamente al profitto a non al benessere della collettività. Il risultato è che gli Atenei e gli EPR si ritrovano sempre più poveri e non trovano di meglio che rivolgersi sempre di più ai privati per reperire fondi, (per la ricerca) favorendo la colonizzazione delle istituzioni pubbliche da parte delle imprese, mettendo di fatto Formazione e Ricerca al servizio degli interessi privati.
Una politica che ha penalizzato contrattualmente i dipendenti e favorito la proliferazione del precariato, anche grazie ad una gestione decisamente miope di una dirigenza (scientifica di tipo) baronale che ha costruito su questo una fetta importante di potere.
I primi a fare le spese di questa politica sono, come in tutto il resto del Pubblico Impiego, i lavoratori.
Quei lavoratori, oggetto di campagne denigratorie, che oggi, fra mille difficoltà e con continue penalizzazioni, consentono alle Università e agli Enti di Ricerca di continuare a svolgere il ruolo strategico che gli compete nella e per la società. Quei lavoratori precari che nonostante l’incertezza del proprio futuro continuano a credere in un Università ed in una Ricerca Pubbliche.
E proprio dai lavoratori deve partire il grido di allarme in vista del prossimo DPEF in un momento nel quale Università e Ricerca, così come il precariato, sono spariti dal dibattito politico, dopo essere stati per mesi al centro della campagna elettorale.
Per questo motivo i lavoratori delle Università e degli Enti Pubblici di Ricerca hanno deciso di andare dal Ministro Mussi per chiedere impegni precisi in vista del DPEF:
> investimenti nei settori della formazione e ricerca per il rilancio degli atenei e degli EPR
>
stabilizzazione di tutti i precari ed eliminazione del lavoro nero
>
sblocco della contrattazione nazionale e delle trattative integrative

NON ACCETTIAMO PROMESSE, VOGLIAMO FATTI!
VENERDÌ 15 GIUGNO DALLE ORE 10,00
PRESIDIO AL MINISTERO
DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA

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UNIVERSITA' PUBBLICA IN COMA:
MUSSI SE CI SEI BATTI UN COLPO !!!

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In questi giorni si sta avviando, in maniera confusa e semiclandestina, la discussione del nuovo Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF) sulla cui base verrà poi predisposta la Legge Finanziaria per il 2008. Il polverone che viene sollevato sui grandi temi ("riforma" delle pensioni", questioni del precariato, politiche sociali, ecc.) non ferma però l'iniziativa distruttiva del governo verso la pubblica amministrazione, i diritti dei lavoratori pubblici e di conseguenza sui servizi per i cittadini.
In questo quadro la disastrosa situazione dell'Università non sembra preoccupare più di tanto chi ci governa: tutti continuano a fare promesse ed a esprimere le loro preoccupazioni, ma finora nessuno, nemmeno il ministro dell'Università, ha speso una sola parola per dire cosa intende fare questo governo per invertire la rotta e cosa conterrà il DPEF per rilanciare l'Università. RdB rivendica più fondi per il personale, la copertura economica della stabilizzazione per tutti i precari, lo sblocco delle contrattazioni integrative.
Svolazzano liberi, invece, i corvacci neri a prospettare dismissioni degli Atenei in rosso (dal Sole 24 ore) e a propagandare la svendita delle Università Pubbliche a Fondazioni Private in mano a banche e affaristi (primi i sottosegretari dello stesso min. Mussi) ! Per non dire dei sindacati concertativi che, dopo la sfuriata delle mobilitazioni contro i tagli della Moratti, si sono guardati bene dal fare altrettanto contro il governo "amico" che taglia, ancora e più di prima, sull'Università, sui lavoratori stabili, sui lavoratori precari!

E intanto a pagare sono le componenti meno tutelate della comunità accademica !!

I lavoratori tecnico-amministrativi che, taglio dopo taglio (dal salario accessorio alle progressioni economiche, ai diritti, ecc.) sono costretti a sperare nel rinnovo del Contratto Nazionale e invece si sentono già dire dai Rettori che gli atenei non più hanno fondi per il personale e non possono pagare aumenti...... !!!
I lavoratori precari, ormai a decine di migliaia negli atenei, che rischiano di vedersi sfuggire la possibilità di uscire dalla precarietà con la direttiva 7 del min. Nicolais.... per i problemi di bilancio degli atenei ..!!!
Gli studenti che pagano sempre più tasse per uno studio dequalificato e un titolo che vale ormai un futuro di .... precarietà nel mondo del lavoro!!!

MOBILITIAMOCI!
IL 15 GIUGNO ANDIAMO A DIRGLIELO AL MINISTRO MUSSI !

che vogliamo:
1. il rifinanziamento del sistema dell'Università e della Ricerca
2. la stabilizzazione dei precari
3. l'avvio delle procedure per il rinnovo contrattuale nazionale
4. investimenti aggiuntivi per salari e riconoscimenti professionali
5. lo sblocco del salario accessorio d'ateneo

diciamo no:
1. alla svendita alle Fondazioni o alla dismissione dell’ Università Pubblica
2. alla precarizzazione ulteriore del personale
3. alla triennalizzazione dei contratti nazionali
4. nell’ azzeramento della contrattazione integrativa


11 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB P.I. Ministeri

CCNL MINISTERI: respingiamo l’attacco ai diritti
UN PASSAGGIO DI LIVELLO PER TUTTI
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Le prime riunioni all’ARAN per la definizione del CCNL dei ministeri hanno visto la RdB:
> rifiutare l’accordo che prevede la triennalizzazione dei contratti, "in via sperimentale", in cambio di pochi euro in più frutto di un trucco contabile sulla decorrenza degli arretrati del 2007 da febbraio anziché da gennaio;
> rivendicare una sanatoria che permetta a tutti i lavoratori, che non hanno usufruito dei percorsi di riqualificazione, di passare alla posizione economica superiore, a parziale risarcimento dei decenni di mansioni superiori svolte;
> richiedere la perequazione dell’indennità di amministrazione e l’eliminazione della tassa sulla malattia inferiore ai quindici giorni.
Questi rappresentano alcuni dei paletti fondamentali che la nostra Organizzazione ha fissato ponendoli all’attenzione dell’ARAN che vuole definire il CCNL entro la fine di giugno.
Il problema più spinoso è rappresentato dall’ordinamento professionale, che attraverso un sistema complesso, tra percorsi di riqualificazione e revisione dei profili professionali, avrebbe dovuto dare una risposta concreta alle centinaia di migliaia di lavoratori dei ministeri riconoscendo la professionalità acquisita nel corso dei tanti anni di svolgimento di mansioni superiori.
Ad oggi, a differenza di quanto è avvenuto negli altri comparti, nei Ministeri soltanto il 35% dei 170.000 dipendenti ha vinto la lotteria del passaggio di livello e, addirittura al ministero di giustizia non sono state avviate neanche le procedure preliminari.
A quasi 10 anni dal nuovo ordinamento professionale non è più accettabile questa situazione, bisogna sanare il pregresso prevedendo un passaggio di livello per tutti coloro che sono stati esclusi dai percorsi precedenti e un nuovo ordinamento professionale che preveda un’area unica e il diritto alla progressione con la certezza per i lavoratori, in futuro, del riconoscimento della professionalità.
Non è più rinviabile oggi questo riconoscimento anche per i processi di destrutturazione che il governo vuole mettere in moto e le conseguenze in tema di mobilità che si avvieranno. Ritrovarsi dentro un processo di mobilità senza essere riqualificato significherebbe perdere qualsiasi garanzia per il riconoscimento della professionalità acquisita in precedenza.
Queste proposte devono essere supportate da tutti i lavoratori con assemblee sui posti di lavoro e partecipando alle iniziative che la RdB da mesi mette in campo, presso le Prefetture che a livello locale rappresentano il Governo, per contrastare e respingere l’attacco che governo e sindacati concertativi stanno portando ai lavoratori pubblici.
Contro lo smantellamento della pubblica amministrazione, per una previdenza pubblica, contro lo scippo del TFR, per un corretto inquadramento professionale dai forza alla RdB, aderisci alle nostre iniziative.


11 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB P.I. Parastato

ROMA 8 GIUGNO - ASSEMBLEA NAZIONALE AREA B:
I LAVORATORI HANNO DECISO LA LINEA DURA
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I lavoratori dell’Area B che in gran numero si sono riuniti in assemblea a Roma, lo scorso venerdì 8 giugno, presso la Direzione Generale dell’INPS, hanno mostrato grande determinazione nel voler portare a compimento la vertenza sul mansionismo, aperta dalla RdB-CUB in tutto il Comparto degli Enti Pubblici Non Economici.
E’ emerso un profondo malessere che chiede attenzione ed ascolto. I lavoratori sono indignati per il trattamento fin qui ricevuto dalle singole amministrazioni e per la sostanziale latitanza delle altre organizzazioni sindacali.
Al microfono, nel corso del dibattito assembleare, sono state riferite storie di mansionismo ultra ventennale, come nel caso dei lavoratori dell’INAIL, che hanno riferito esperienze di lotta sviluppatesi in questi anni. Accanto, sono state evidenziate storie più recenti, ma allo stesso modo inaccettabili, che riguardano ad esempio gli ex lsu dell’INPS o il personale in mobilità.
Il Capo del personale dell’INPS ha ricevuto una delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali RdB che gli hanno riferito le ragioni della protesta, chiedendo un’azione di sensibilizzazione del Comitato di settore, in vista del rinnovo contrattuale 2006-2007, per ottenere una radicale modifica dell’attuale ordinamento professionale e l’introduzione dell’Area unica. E’ stata inoltre rinnovata la richiesta di certificazione delle mansioni attraverso l’emanazione di specifici ordini di servizio da parte dei dirigenti.
Al termine dell’Assemblea i lavoratori hanno deciso:
> Il blocco delle mansioni superiori in tutti gli Enti del Comparto;
> Una giornata di mobilitazione all’INPDAP per il giorno 15 giugno, con le modalità di seguito indicate, in concomitanza con la riunione del Comitato di settore per l’emanazione delle linee d’indirizzo per il rinnovo del CCNL.
L
’Assemblea nazionale dell’Area A, convocata dalla RdB-CUB per il giorno 15 giugno presso l’INAIL, sarà spostata all’INPDAP restando invariata la data. Sempre per il giorno 15 giugno, sarà organizzato un presidio dell’Area B presso la Direzione Generale dell’INPDAP.
La vertenza deve continuare a svilupparsi a partire dai posti di lavoro, estendendo il blocco delle mansioni attuato per il momento all’INPS dove, una regione come la Lombardia, sta mettendo in crisi l’amministrazione regionale e centrale. La linea dura, scelta dall’Assemblea nazionale dell’8 giugno, deve trovare attuazione a livello territoriale, nelle Sedi, chiedendo ai colleghi dell’Area C tolleranza e solidarietà, perché la lotta di alcuni diventi la lotta di tutti.

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ROMA - 15 giugno 2007
Assemblea Nazionale Area A Parastato


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7 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Pubblico Impiego

CONTRATTO MINISTERI ALL’ARAN: RDB, PRIORITARIA UNA SANATORIA DELLE DISPARITA’ DI TRATTAMENTO

Avviata in concreto la trattativa all’ARAN sul contratto del Comparto Ministeri. All’ordine del giorno dell’incontro odierno il nuovo sistema di classificazione del personale.
Partendo da un’analisi attenta della realtà delle singole amministrazioni statali, le RdB-CUB P.I. hanno evidenziato che la qualificazione del personale ha interessato meno del 35% dei 170.000 dipendenti, costringendo il restante 65% allo svolgimento delle mansioni superiori. Per le RdB-CUB la soluzione a questa disparità di trattamento costituisce chiaramente una pregiudiziale all’intera discussione, soprattutto in questa fase di profonda ristrutturazione del comparto, con i forti processi di mobilità ventilati.
In primo luogo va dunque ipotizzata una sanatoria, che consenta un passaggio di livello per tutti coloro che - ormai da 20 anni - sono stati esclusi da ogni tipo di progressione e riconoscimento della professionalità acquisita. Solo a seguito di questa sanatoria sarà possibile discutere di un nuovo modello di ordinamento, che per quanto riguarda le RdB-CUB P.I. non può che essere quello dell’area unica.


7 giugno 2007 - Dire

PUBBLICO IMPIEGO. "VERITA'" LAVORATORI: POCHI NON FANNULLONI
RDB VA DAL PREFETTO DI BOLOGNA: SONO FRUSTRATI E DISAGIATI

(DIRE) Bologna, 7 giu. - Spesso dipinti come "fannulloni" o "nullafacenti", i dipendenti del pubblico impiego spalleggiati dalle Rdb oggi si sono presentati in piazza del Nettuno e nei mercatini di Bologna per raccontare la loro verita'. Ad esempio, "che all'Inps manca il 20% del personale e, per questo, non riusciamo a dare agli utenti il servizio di qualita' che ci chiedono". Oppure, per far saper che i lavoratori della Corte d'appello di Bologna "da settembre non ricevono i buoni pasto e quindi non percepiscono una parte del salario a cui hanno diritto, oltre a essere pochi e a non avere le cose piu' elementari per lavorare, come il materiale di cancelleria...". Donato Cardigliano, delle Rappresentanze sindacali di base (Rdb) sceglie questi due esempi per spiegare i disagi quotidiani dei lavoratori del pubblico impiego (a Bologna si stima siano almeno 17 mila) a cui si vanno a sommare la contrarieta' al nuovo contratto di categoria. Tutti temi riassunti in 4.000 "volantoni" che le Rdb hanno distribuito prima di riassumerli in un incontro con la Prefettura. In mattinata, invece, c'erano state assemblee negli uffici ministeriali e della Regione, ma anche del Comune e della Provincia di Bologna.
Nell'incontro in Prefettura "abbiamo riportato il disagio e il clima di frustrazione dei lavoratori che pur operando in condizioni sempre piu' difficili con tagli alle risorse e al personale, vengono additati ingiustamente come responsabili di una inefficienza, cosa invece da imputare al governo e alle amministrazioni", ribadisce Cardigliano. Le Rdb sono poi contrarie alla nascita del cosiddetto "superInps" perche' "portera' ad riduzione notevole, si dice di almeno 7 mila unita', dei lavoratori degli enti previdenziali". Quanto invece al nuovo contratto, "non recupera la perdita del potere di acquisto dei salari e- spiega Cardigliano- siccome il contratto da biennale diventeraa' triennale, senza uno strumento di adeguamento dei salari come la vecchia scala mobile, ci sara' un ulteriore impoverimento".


5 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB P.I. Parastato

Per una pubblica amministrazione realmente al servizio dei cittadini!
scarica il volantino doc.zip

La polemica scatenata sui pubblici dipendenti, descritti come fannulloni, e su una pubblica amministrazione inefficiente e spendacciona, trova terreno fertile tra chi deve ogni giorno fare i conti con la burocrazia di questo Paese. In tal modo si costruisce una trappola mediatica per giustificare la distruzione di un sistema di garanzie sociali, realizzato con le lotte operaie degli anni ’60 e sostituito oggi da un modello che insegue le logiche di profitto delle aziende private.
L’odio contro la pubblica amministrazione ed i suoi dipendenti è così utilizzato come distrazione per cancellare o ridurre drasticamente il sistema pubblico di garanzie.
La riforma pensionistica del 1995 produce i suoi frutti avvelenati, svuotando di valore la pensione pubblica, rendendo così necessaria una previdenza complementare privata (la famosa seconda gamba), che poggia sulla rinuncia dei lavoratori al proprio TFR.
Si scatenano gli appetiti di banche, assicurazioni e delle stesse organizzazioni sindacali che appoggiarono la riforma pensionistica del ’95 e che figurano tra i gestori di fondi pensione.
All’INPS è affidata la gestione di un fondo pensione denominato FONDINPS, nel quale confluisce l’indennità di fine rapporto di quei lavoratori che non scelgono di mantenere il TFR in azienda e che non hanno un fondo categoriale di riferimento. L’ente previdenziale pubblico chiama i suoi dipendenti a fare da consulenti della previdenza complementare e la RdB-CUB dichiara l’obiezione di coscienza dei propri associati su tale attività.
La stessa RdB-CUB in questi dodici anni si è sempre opposta a quello che ha definito lo "scippo" del TFR dei lavoratori ed ha avanzato concrete proposte per evitare il buco nelle casse previdenziali:
Vera lotta all’evasione contributiva: troppi sono i lavoratori in nero o solo parzialmente messi in regola;
Fine del precariato, del lavoro flessibile, atipico, che sottrae contribuzione alle casse previdenziali e diritti ai lavoratori;
Separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale, che comprende la maternità, la malattia, la cassa integrazione… Tutti sacrosanti diritti che però non possono essere confusi con la spesa previdenziale e debbono essere messi a carico della fiscalità generale.
Negli ultimi anni, per ripianare il debito pubblico dello Stato, i governi di entrambi gli schieramenti non hanno esitato a vendere il patrimonio immobiliare pubblico degli enti, comprese le sedi istituzionali, obbligando le amministrazioni pubbliche a pagare un canone di affitto ed a sostenere le spese ordinarie e straordinarie di manutenzione per stabili in precedenza di proprietà delle stesse.
Si sono attaccate le "riserve tecniche" di enti come l’INAIL, utili a garantire nel corso degli anni il pagamento delle rendite ai lavoratori infortunati.
Una politica contraria ad ogni logica di buon senso! Sono forse questi i risparmi che si vogliono attuare, come quando si fa ricorso al lavoro precario, pagando profumatamente le agenzie di lavoro e quattro soldi i lavoratori precari?
Contro la svendita degli immobili pubblici soltanto la RdB-CUB è intervenuta con mobilitazioni e ricorso al TAR, così come contro il proliferare del precariato nel pubblico impiego.
La recente proposta dell’attuale governo di accorpare gli Enti previdenziali ed assicurativi pubblici in un unico soggetto è la conseguenza di un progetto che riguarda lo smantellamento della previdenza pubblica e la svendita degli immobili pubblici, come descritto in precedenza. Si ipotizza un accorpamento territoriale del personale delle diverse amministrazioni, con l’obiettivo di una riduzione complessiva degli organici e della spesa.
La RdB-CUB si oppone a questo disegno, perché opporsi vuol dire difendere i servizi che gli enti pubblici garantiscono alla cittadinanza.
Anche l’opposizione alla chiusura del Pubblico Registro Automobilistico ed alla probabile privatizzazione dell’ACI, altre proposte governative non condivise dalla RdB-CUB, nasce dalla consapevolezza che la cancellazione di un’anagrafe pubblica degli autoveicoli potrebbe compromettere la sicurezza e la tutela dei cittadini in caso di furto del veicolo o di incidente e, comunque, si tratterebbe di una falsa liberalizzazione con il pericolo di un aggravio dei costi per gli utenti.
Questa nostra iniziativa di piazza, oggi, non deve essere considerata come la difesa di interessi corporativi: abbiamo la consapevolezza e l’orgoglio di lavorare nella pubblica amministrazione e siamo impegnati, come lavoratori e militanti sindacali, per favorirne il buon funzionamento.
Non siamo noi i fannulloni: i disservizi sono quasi sempre frutto della volontà di affossare il pubblico per mettere tutto in mano ai privati e ricavarne quindi profitto. Non è successo così con la sanità, ridotta allo sfascio per favorire le cliniche private o gli ambulatori di lusso privati, dove una visita costa un terzo di un intero stipendio e metà di una pensione media?

E’ questa la società che vogliamo?

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ROMA - 8 giugno 2007
Assemblea Nazionale Area B Parastato


scarica la locandina pdf.zip


5 giugno 2007 - Il Sole 24 Ore

Aransindacati: primi incontri sugli aumenti nei singoli comparti I Cobas: no alle nuove scadenze
Contratti pubblici, è scontro sui trienni
di Serena Uccello

MILANO - Dopo l'intesa politica, per la complessa macchina dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego ora si passa allatrattativa vera e propria, settore per settore. Si comincia con il comparto che fa da punto di riferimento per la definizione degli aumenti, e cioè dai ministeri. Ieri si sono infatti riuniti sindacati e Aran, si tratta della terza convocazione, quella però in cui agenda alla mano è stato fissato, spiegano dall'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, il calendario dei prossimi incontri. A partire da domani, con l'obiettivo di arrivare all'intesa definitiva entro giugno. «In sostanza — dice Nino Di Maio, segretario nazionale della Cisl Funzione pubblica — abbiamo cominciato ad organizzare il lavoro, a delineare un metodo».
Due i tavoli di confronto, uno sui contenuti economici, l'altro su quelli normativi. «Abbiamo chiarito — dice Di Maio — che la triennalizzazione del contratto parte dal 2008 e non riguarda l'attuale rinnovo 20062007». Un punto questo che tuttavia potrebbe innescare nuove conflittualità, almeno da una parte del sindacato.
Proprio ieri le RdBCub hanno diffuso una nota in cuispiegano di aver chiesto all'Aran «di precisare se ci si trovava di fronte ad un rinnovo quadriennale o solo del biennio economico». «Il presidente Massimo Massella — sottolineano nella nota — ha risposto che la discussione sulla parte normativa era di sostegno al biennio economico 200607 e che andava discussa come fosse un quadriennio, salvo contrordine che potrebbe arrivare se verrà siglato l'accordo per il triennio sperimentale 200810». Tanto basta a spingere le RdBCub P.I. «ad esprimere la propria contrarietà e preoccupazione per un contratto di natura ibrida, di cui non si conosce neanche la vigenza, e per il pericolo che questo rappresenta nell'immediato per tutto il Pubblico impiego, in prospettiva per tutto il mondo del lavoro».
Più chiara la situazione per quanto riguarda i contenuti economici del confronto. I 101 euro concordati dai sindacati con il Governo la scorsa settimana, proprio perché parametrati sui ministeriali, non dovrebbero essere messi in discussione. Anche se il sindacato ha già precisato che a questo punto gli incrementi dovranno essere destinati per gran parte sul tabellare dal momento che, essendo alla fine dell'anno, non ha più «molto senso parlare di aumenti di produttività».
Al momento «abbiamo dato — dice Di Maio — la nostra disponibilità a considerare il contratto non solo uno strumento di assegnazione degli incrementi ma piuttosto un'occasione di riforma». Un esempio? L'apertura a discutere un nuovo sistema di classificazione professionale che dovrebbe iniettare dosi di flessibilità nell'organizzazione del lavoro.


5 giugno 2007 - La Stampa

Contratto pubblico impiego
Protesta in piazza del Cub

Alessandria - Un appello ai lavoratori per respingere il contratto del pubblico impiego e protesta in piazza Libertà perché il prefetto riporti il dissenso al governo. E’ l’iniziativa dei rappresentanti Cub con un presidio attuato ieri mattina davanti alla prefettura.


4 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB Pubblico Impiego

CONTRATTO MINISTERI: TERZA CONVOCAZIONE ALL’ARAN
LE RDB-CUB P.I. RILANCIANO SUI DIRITTI

Terza convocazione questa mattina all’ARAN per il rinnovo del contratto dei Ministeri . Con la riunione odierna sono stati calendarizzati gli incontri sulle materie oggetto e finalmente si è cominciato a entrare nel merito a diverse questioni di sostanza.
Le RdB-CUB hanno richiesto di precisare se ci trovava di fronte ad un rinnovo quadriennale o solo del biennio economico; il Presidente dell’ARAN, avv. Massella, ha risposto che la discussione sulla parte normativa era di sostegno al biennio economico 2006-07 e che andava discussa come fosse un quadriennio, salvo contrordine che potrebbe arrivare se verrà siglato l’accordo per il triennio "sperimentale" 2008-10.
Le RdB-CUB P.I. hanno pertanto espresso la propria contrarietà e preoccupazione per un contratto di natura ibrida, di cui non si conosce neanche la vigenza, e per il pericolo che questo rappresenta nell’immediato per tutto il Pubblico Impiego, in prospettiva per tutto il mondo del lavoro.
Nel merito del Pubblico Impiego, hanno denunciato come in una fase di forte attacco alla P.A. e con pesantissimi processi di ristrutturazione in atto non si prenda in considerazione il rafforzamento dei diritti e delle garanzie dei lavoratori utilizzando lo strumento per eccellenza che è il rinnovo del contratto.
Nello specifico del comparto Ministeri, ci troviamo di fronte da un lato ad una forte accelerazione dei processi di smantellamento con previsioni di chiusura di uffici, riduzione di personale e mobilità selvaggia; dall’altro ad un sistema di garanzie che fa acqua da tutte le parti. Pertanto, sia in sede ARAN che in tutti i luoghi di lavoro, le RdB-CUB P.I. rilanciano:
1. un passaggio di livello per tutti coloro che sono stati esclusi dalla riqualificazione
2. la perequazione vera dell’indennità di amministrazione
3. la storicizzazione di una quota consistente del FUA
4. tutte le garanzie rispetto alla mobilità del personale, che deve essere volontaria.

scarica il volantino doc.zip

testo del volantino:

Contratto Ministeri
LA RdB/CUB P.I. RILANCIA SUI DIRITTI

Oggi, 4 giugno, alla terza convocazione per il rinnovo del contratto dei Ministeri (il primo del Pubblico Impiego) finalmente si è cominciato a entrare nel merito delle questioni ed è arrivata la conferma di quali sono le reali intenzioni della controparte e dei sindacati concertativi.
La riunione di oggi ha avuto lo scopo di calendarizzare gli incontri sulle materie oggetto di questo contratto e sulle modalità di affrontarle.
Alla richiesta della RdB di sapere se ci trovavamo di fronte ad un rinnovo quadriennale o solo del biennio economico, il Presidente dell’Aran, avv. Massella, ha risposto che la discussione sulla parte normativa è di sostegno al biennio economico 2006-07 e che va discussa come fosse un quadriennio salvo contrordine che potrebbe arrivare se si fa l’accordo per il triennio "sperimentale" 2008-10. Insomma un contratto ibrido.
La proposta, quindi, è di procedere con due tavoli tecnici uno sull’ordinamento professionale per recepire la proposta della Commissione Paritetica di tre anni fa (da convocare in settimana); l’altro sulla parte economica per capire come ripartire gli incrementi salariali (da convocare la prossima settimana) e infine una nuova convocazione "politica" per la fine della prossima settimana in cui discutere l’indennità di amministrazione, le malattie brevi e i buoni pasto.
La RdB/CUB P.I. ha espresso la propria contrarietà e preoccupazione per un contratto ibrido di cui non si conosce neanche la vigenza e del pericolo che questo rappresenta per tutto il pubblico impiego nell’immediato e per tutto il mondo del lavoro in prospettiva.
Nel merito abbiamo denunciato come in una fase di forte attacco alla P.A. e con pesantissimi processi di ristrutturazione in atto non si prenda in considerazione il rafforzamento dei diritti e delle garanzie dei lavoratori utilizzando lo strumento per eccellenza che è il rinnovo del contratto ma si guarda solo e soltanto alle compatibilità, al memorandum, alle esigenze politiche del governo, della confindustria e dei sindacati concertativi.
Nello specifico del comparto Ministeri ci troviamo di fronte da una parte ad una forte accelerazione dei processi di smantellamento con previsioni di chiusura di uffici, riduzione di personale e mobilità selvaggia e dall’altra da un sistema di garanzie che fa acqua da tutte le parti. Attraverso:
· Un ordinamento professionale in vigore dal 1998 che ha coinvolto nella riqualificazione meno del 35% del personale del comparto, mentre oltre 100.000 lavoratori sono in attesa di un passaggio di livello dopo decenni di servizio;
· Un comparto dove tra "pacchettamenti e spacchettamenti" sono state, solo negli ultimi sei anni, mischiate le carte più volte senza adeguamento e perequazione di sorta delle indennità di amministrazione;
· FUA diversificati nell’importo e nella distribuzione che oggi si vorrebbe regolare con criteri meritocratici facendo misurare dai dirigenti la produttività individuale;
· La mobilità a seguito della destrutturazione fatta passare, parole dell’avv. Massella, come fonte di nuove opportunità perché "non bisogna guardare solo le negatività".
La RdB/CUB P.I. rilancia sul contratto Ministeri, sia in sede Aran che su tutti i luoghi di lavoro:
1. un passaggio di livello per tutti coloro che sono stati esclusi dalla riqualificazione
2. la perequazione vera dell’indennità di amministrazione
3. la storicizzazione di una quota consistente del FUA
4. tutte le garanzie rispetto alla mobilità del personale, che deve essere volontaria.

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"L’UNITA’" CENSURA INSERZIONE INFORMATIVA
SULLE CONSEGUENZE DELLA CHIUSURA DEL P.R.A.
RDB-CUB, LESA MAESTA’ MENZIONARE IL DDL BERSANI?

Una inserzione a pagamento, redatta dalle RdB-CUB dell’ACI e mirata ad informare i cittadini sulle conseguenze dell’abolizione del PRA, è stata censurata dal quotidiano "l’Unità".
Gli inserzionisti si sono ritrovati davanti al fatto compiuto, ovvero la non comparsa dell’annuncio nella edizione odierna del quotidiano, e a fronte della richiesta di spiegazioni alla Publikompass S.p.a., società che gestisce la pubblicità per "L’Unità", sono stati informati che la decisione di non pubblicare l’inserzione a pagamento sarebbe stata assunta dallo stesso Direttore Antonio Padellaro. Pertanto le RdB-CUB sono state invitate a rivedere il testo dell’inserzione, pena la sua non pubblicazione.
Ma cosa mai conteneva il testo dell’inserzione da provocarne la censura da parte de "L’Unità"? Eccone il testo:
"A.C.I .: abolizione del Pubblico Registro Automobilistico…Liberalizzazione ma a vantaggio di chi?
OGGI
Un P.R.A. per ogni Provincia assicura una distribuzione capillare e accessi pubblici per i cittadini su tutto il territorio nazionale. Il P.R.A. offre garanzie giuridiche sull’intero ciclo di vita dei veicoli iscritti, tutelando il cittadino utente. Il P.R.A. percepisce 20,92 Euro, al massimo, per ogni pratica lavorata. L’A.C.I. è un Ente pubblico non economico che gode di autonomia gestionale e finanziaria e non grava sul bilancio dello Stato.
DOMANI
Per assicurare la capillarità del servizio lo Stato dovrà affrontare l’onere finanziario di sostituire gli uffici provinciali A.C.I.; in alternativa, il cittadino potrà rivolgersi alla rete di agenzie private, con ovvio aumento del costo del servizio. Gli oneri a carico dell’utente rimarranno invariati. Quindi nessun risparmio per le tasche del cittadino. Il trasferimento delle funzioni del P.R.A. al Ministero dei Trasporti e l’eventuale ricollocazione di parte del personale presso altri uffici della Pubblica Amministrazione inciderà pesantemente sul bilancio statale.
STOP AL DDL BESRANI PER UNA VERA RIFORMA DEL SETTORE DELLA MOBILITA’ TERRESTRE. RdB-CUB Federazione Nazionale P. I."
Ci si domanda a questo punto se addirittura la semplice citazione in chiave critica del DDL Bersani rappresenti per Padellaro una sorta di "lesa maestà", che determina la censura di un testo mirato a fornire ai cittadini informazioni non veicolate dalla maggior parte organi degli informazione, per diffondere le quali si è costretti a ricorrere ad inserzioni a pagamento.
Evidentemente per "L’Unità" , quando si osa menzionare Bersani, pecunia olet.


4 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB Bologna

Bologna. 7 giugno 2007
Giornata di mobilitazione dei lavoratori del Pubblico Impiego

La mobilitazione è indetta per protestare contro:
>> L’accordo siglato da Governo e CGIL-CISL-UIL lo scorso 28 maggio che modifica l’assetto contrattuale trasformandolo da biennale in triennale rendendo in tal modo più difficoltoso il recupero del potere d’acquisto dei salari;
>> La campagna di diffamazione nei confronti dei dipendenti pubblici che, da più parti ed in maniera strumentale, vengono definiti "nullafacenti" ignorando la realtà operativa di molti uffici che sono costretti ad operare in condizioni di enormi disagi derivanti dalla cronica carenza di mezzi e di organici, circostanza che rende sempre più difficile il mantenimento di adeguati standard nell’erogazione dei servizi all’utenza;
>> Il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo attualmente in carica circa la stabilizzazione dei lavoratori precari della Pubblica Amministrazione;
>> La privatizzazione della Previdenza Pubblica, progetto che vede come momenti centrali lo scippo del TFR e la creazione del cosiddetto SuperInps.
La giornata di mobilitazione si articolerà con un presidio fisso in Piazza Re Enzo a partire dalle ore 10.00 con volantinaggi alla cittadinanza e si concluderà con un presidio sotto la Prefettura dalle ore 14 in poi con l’obiettivo di investire il rappresentante del Governo delle problematiche sopra indicate.


2 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB P.I. Alessandria

Alessandria. CONTRATTO PUBBLICO IMPIEGO:
UN ACCORDO "BIDONE"

QUELLO SOTTOSCRITTO DA GOVERNO E cgil cisl uil (campioni del mondo in revoca di scioperi e svendita dei lavoratori) IN PRIMA BATTUTA RIGUARDERÀ I LAVORATORI PUBBLICI MA IN SEGUITO AVRÀ EFFETTI DEVASTANTI SU TUTTO IL MONDO DEL LAVORO LO SCONTRO SULLA DIFFERENZA TRA 93 E 101 EURO SU CUI SI È CONCENTRATA L'ATTENZIONE MEDIATICA SERVIVA A COPRIRE LA VERA POSTA IN GIOCO.
LA DISPONIBILITÀ CONFEDERALE ALLA TRIENNALIZZAZIONE DELLA DURATA DEI CONTRATTI E IL VIA ALL’APPLICAZIONE DEL MEMORANDUM.
È UN ACCORDO CHE CALPESTA LA DIGNITÀ DEI LAVORATORI PUBBLICI E PER QUESTO LA RDB NON LO HA SOTTOSCRITTO, ANZI NEI GIORNI SCORSI CI SONO GIA’ STATE FORME DI CONTESTAZIONE.
A ROMA, DI FRONTE AL MINISTERO DELL’ECONOMIA, È PARTITO UN PRESIDIO DI PROTESTA CON VOLANTINAGGI, MENTRE UN’INIZIATIVA DI FRONTE AL MINISTERO DEL LAVORO, INDETTA DAL PERSONALE ISPETTIVO DELLA DIREZIONE PROVINCIALE DEL LAVORO PER L’EFFICACIA DEI CONTROLLI, HA ASSUNTO I TONI DI UNA CRITICA ALL’ACCORDO SIGLATO IN NOTTATA.
A BOLOGNA UN CONSISTENTE GRUPPO DI LAVORATORI PUBBLICI HA SOSPESO L’ATTIVITÀ ED HA MANIFESTATO SOTTO CASA DI ROMANO PRODI.
A TORINO L’ATTIVO DEI DELEGATI REGIONALI ED ELETTI RSU HA DECISO DI INTERROMPERE I LAVORI E RECARSI A MANIFESTARE CONTRO L’ACCORDO IN CORSO MARCONI BLOCCANDO IL TRAFFICO E VOLANTINANDO TROVANDO AMPI CONSENSI TRA LA GENTE E GLI AUTOMOBILISTI.
SEMPRE A TORINO VENERDI 1 GIUGNO ALLE ORE 12 PRESIDIO SOTTO LA RAI IN VIA VERDI.
I DIPENDENTI PUBBLICI DI ALESSANDRIA SONO CHIAMATI IN CAUSA PER ESPRIMERE IL PROPRIO DISSENSO CONTRO L’ACCORDO BIDONE ESPRIMENDO COSÌ LA FORTE OPPOSIZIONE ALLA SVENDITA DEL PUBBLICO IMPIEGO LUNEDI 4 GIUGNO PRESIDIO SOTTO LA PREFETTURA SARÀ UNA RISPOSTA CONTRO QUELLO CHE RAPPRESENTA UN PERICOLOSO ATTACCO MIRATO A TUTTI I LAVORATORI ITALIANI.
>> NO ALLA SVENDITA DEL P.I.
>> NO AL CONTRATTO TRIENNALE
>> NO AL MEMORANDUM

COS’ALTRO SEI DISPOSTO A SUBIRE? PARTECIPA E FAI PARTECIPARE

LUNEDI 4 giugno 2007
PRESIDIO
sotto la Prefettura in piazza Libertà
dalle ore 11,30 alle ore 13,30
contro il protocollo d'intesa fra Aran e CGIL CISL e UIL (campioni del mondo in revoca di scioperi e svendita dei lavoratori)
contro gli accordi "bidone"(MEMORANDUM) che preludono nei fatti lo smantellamento della Pubblica Amministrazione

COS’ALTRO SEI DISPOSTO A SUBIRE?
O TI MOBILITI O TI SMOBILITANO


1 giugno 2007 - Comunicati RdB CUB P.I. Cagliari

Cagliari. LA PROTESTA IN PIAZZA PER UN CONTRATTO SVENDUTO
LA DELEGAZIONE RICEVUTA DAL RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO
PER LA PROTESTA CHIUSI ALCUNI UFFICI PUBBLICI

Il 1° Giugno i lavoratori del Pubblico Impiego di Cagliari hanno voluto lanciare il primo segnale di protesta contro l’accordo sottoscritto nella notte tra il 28 e d il 29 Maggio tra governo e cgil cisl e uil. La protesta è riuscita. Alcuni uffici cittadini hanno dovuto chiudere, quali, nelle Agenzie Fiscali l’ufficio delle Entrate di Cagliari 1, di Cagliari 2, e la stessa Direzione Regionale delle Entrate.
In Piazza del Carmine, sotto il palazzo del governo, si sono radunati i lavoratori, i delegati, e abbiamo notato la presenza di lavoratori iscritti ad altre sigle, segno che la protesta organizzata dalla sola RdB ha colto nel segno. Lo sdegno e la rabbia per la firma di un accordo che di fatto ha svenduto i diritti dei lavoratori del comparto pubblico, che ha previsto per l’anno 2006 solamente l’indennità di vacanza contrattuale, corrispondente a circa 12 euro lordi pro capite, e a regime, a partire dal febbraio 2007, un aumento mensile di circa 101 euro lordi (65 euro circa al netto delle imposte), e che quindi, non recupera, nei fatti, nemmeno quanto ci ha sottratto l’inflazione, e introduce la triennalizzazione dei contratti, con il tentativo di ridurre ancora di più le retribuzioni dei lavoratori.
Nell’incontro con la rappresentanza del governo la delegazione ha chiesto loro di portare a conoscenza del governo quanto segue; che:
- I lavoratori ritengono che il Governo ha ceduto ai sindacati confederali il nostro TFR, e in cambio i sindacati confederali hanno ceduto al governo il nostro contratto;
- il malcontento cresce tra i lavoratori per le politiche sociali ed economiche contro essi stessi, in tema di pensioni, previdenza, sanità e salari;
- in Italia circa 12 milioni di persone vivono con un reddito sotto la soglia di povertà, e che anche i lavoratori del pubblico impiego specialmente se monoreddito o con figli a carico sono trascinati all’interno di detta soglia e sono allo stremo;
- a fine stipendio avanza ancora troppo mese; alla fine della terza settimana lo stipendio è già finito;
- la gente che ha protestato è per lo più elettore di questo governo, e le aspettative erano ben altre in tema di salario, dignità e diritti;
- a fronte di crescente professionalità, trasformazioni e carichi di lavoro nel pubblico impiego, nulla è cambiato in tema di salario;
- chiedono la reintroduzione della scala mobile e l’introduzione del reddito sociale minimo (a difesa dei disoccupati); e la necessità di rivedere i meccanismi di calcolo dell’inflazione (basta con la favola dell’inflazione percepita);
- che i lavoratori del pubblico impiego non sono fannulloni, come ogni giorno vengono dipinti dai media e dal prof. Ichino; il luogo comune che se le cose vanno male in Italia è colpa nostra va sfatato;
- che gli stipendi, dall’introduzione dell’euro, hanno perso il 30% del potere di acquisto
A questi fatti, invece, la risposta è sotto gli occhi di tutti. Chi doveva tutelate i nostri interessi non lo ha fatto. I sindacati confederali che hanno firmato l’accordo sono ancora legittimati nel difendere le condizioni di vita dei lavoratori? Hanno il polso di ciò che succede nel paese? La risposta è no. E allora perché si permettono di firmare accordi così vergognosi? La soluzione è togliere loro tale potere. I lavoratori non possono pagare le quote sindacali a chi fa accordi contro di loro. Le disdette devono essere un primo segnale.
E ancora, se è vero che gli aumenti sono solo il recupero dell’inflazione, quei soldi persi che rappresentavano il potere di acquisto non erano nostri? Allora perché non ce li ritroveremo in busta paga? Chi ci porta via qualcosa un tempo lo si chiamava ladro. E’ ancora possibile farlo?


1 giugno 2007 - Comunicato RdB CUB Pistoia

Pistoia, 6 giugno 2007
Assemblea cittadina sulla Pubblica Amministrazione

La riflessione sullo stato di cose presenti consente di accumulare una quantità enorme di energie critiche che, come accade ad una pila voltaica ormai satura, attendono di scaricarsi in tutte le direzioni. Energie critiche sviluppatesi a partire dal riconoscimento della propria precarietà e vulnerabilità. Liberiamola, dunque, questa energia creatrice, opponendoci al progetto politico portato aventi dal Governo, da Confindustria e da CGIL, CISL, UIL e mirante alla feroce destrutturazione della P.A. e alla conseguente privatizzazione dei servizi pubblici essenziali, dalla Sanità alla Previdenza. Partecipiamo compatti all’assemblea sindacale cittadina.
Per questo, il 6 giugno 2007 dalle ore 10.30 alle ore 13,30, presso la sala maggiore del Comune di Pistoia, è indetta un assemblea aperta a tutti i lavoratori del Pubblico Impiego sui seguenti temi:
1) Iniziative di contrasto alle politiche concertative che hanno portato dal biennio al triennio i contratti del P.I.
2) Prossime liberalizzazioni negli enti locali
3) TFR/TFS
4) Varie ed eventuali
Parteciperanno:
-  Giandomenico Savi del Coordinamento Regionale Agenzie Fiscali
-  Gaspare Pascucci del Coordinamento Parastato
-  Catia Pia Zanella dell’Esecutivo Regione Toscana