Pubblico Impiego. CCNL Ministeri fa da apripista

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L’incontro avvenuto ieri all’ARAN – tavolo tecnico – riguardava la discussione sulla modifica degli art. 21-22-23 del CCNL Ministeri, secondo quanto previsto nella “direttiva Brunetta” sui rinnovi contrattuali.


In sostanza consiste nell’introduzione dei premi individuali e sistemi di valutazione per la distribuzione del salario accessorio e per le progressioni di carriera. Non dimentichiamo che tali sistemi erano già stati introdotti, appunto, dopo il Memorandum concordato tra CGIL-CISL-UIL ed il precedente Governo.


La RdB/CUB Pubblico Impiego ha espresso forte contrarietà all’introduzione di tali meccanismi che concorrerebbero solo a far aumentare le divisioni tra lavoratori e contemporaneamente aumenterebbe notevolmente la disparità di trattamento economico.


E’ del tutto evidente che si tratta di una operazione propagandistica da una parte, mentre dall’altra serve a distogliere l’attenzione dei lavoratori e dei cittadini sui problemi reali.


Il Governo, attraverso i provvedimenti emanati – vedi Legge 133 -   si appresta ad operare una profonda trasformazione della Pubblica Amministrazione, con particolare riguardo i Ministeri, che ha come obiettivo lo smantellamento e la privatizzazione. Tagli consistenti agli organici, chiusura degli Uffici periferici, esternalizzazioni di tutti i servizi. A questo si aggiunga il taglio considerevole del salario accessorio e l’inconsistente stanziamento per i rinnovi salariali – 70 euro lordi medi in due anni.

La RdB/CUB Pubblico Impiego è indisponibile a qualsiasi tipo di confronto che parta da questi presupposti, come riferirà domani al Governo in occasione dell’incontro con il Governo a Palazzo Chigi.